Nel precedente articolo abbiamo evidenziato le diverse prospettive dei mercati emergenti, in particolare dei BRIC, una volta visti come un tutt’uno, ma oggi molti differenti per prospettive economiche e tipo di sviluppo. Vediamo ora più concretamente come investirci, in particolare per chi si affida agli ETF o ai fondi di investimento.
ETF e Fondi per investire in Cina
La Cina sembra quella con le migliori prospettive. Il progetto di fusione fra le due Borse di Shanghai-Hong Kong farà cadere molti dei muri normativi che limitavano l’accesso alla Borsa di Shangai, valorizzando quindi in maniera più omogenea le azioni delle due piazze. In particolare Shangai allargherà e diversificherà la sua platea di investitori (oggi gli stranieri sono meno dell’1 %). E’ un segnale di apertura e di volontà di attirare investimenti stranieri anche per lo sviluppo delle imprese cinesi che operano sul mercato domestico.
Anche Mobius, noto guru dei mercati emergenti (puoi seguire le sue strategie investendo sui Fondi Templeton), ritiene che gli sforzi del governo per bilanciare l’economia, riducendo il peso delle esportazioni e degli investimenti e aumentando quello del consumo interno, uniti alla crescita salariale del 20 % registrata negli ultimi anni, siano positivi e possano dare un ulteriore slancio a lungo termine sia per l’economia sia per i mercati azionari.
La fusione tra le due Borse cinesi potrà generare una modifica negli indici degli ETF, in particolare per il Db X-trackers Ftse China Ucits 50 che investe in 50 azioni cinesi quotate a Hong Kong (ex Ftse China 25) che potrebbe perdere senso dopo l’operazione.
Puoi puntare sulla borsa cinese acquistando il Db X-trackers Csi300 Index Ucits (Isin LU0779800910) che punta 300 titoli “A-Shares” quotati a Shanghai e Shenzhen. Se invece preferisci un’esposizione più generica sui mercati asiatici c’è il DB MSCI Emerging Asia ( LU0292107991). Per quanto riguarda i fondi, oltre ai Templeton già citati, il Fidelity Funds Greater China A Usd.
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Brasile
Dalle elezioni presidenziali il Brasile è uscito diviso a metà, con la vittoria di misura della presidente uscente Dilma Rousseff poco gradita ai mercati ma anche agli operatori economici locali (non a caso la parte più ricca e produttiva del paese ha votato per il cambiamento).
Dopo gli investimenti per i mondiali di calcio (accompagnati da scandali e proteste) l’economia del paese è in deciso calo: il PILnel 1° trimestre è cresciuto solo dello 0,6 %, mentre il 2° trimestre si è chiuso con una flessione dello 0,2 %. Tutte le previsioni sono quindi state riviste al ribasso, con una leggere crescita (0,2%) per quest’anno e una ripresa del 2,2% per il 2015, che può apparire buona dal nostro punto di vista, ma che risulta estremamente debole per lo sviluppo del paese e per il mantenimento del costoso stato sociale brasiliano.
Il boom economico è stato troppo legato al prezzo delle materie prime, ora in costante declino. Il Brasile deve poi fare i conti con l’elevato costo del debito, con tassi di interesse alti a causa della sua affidabilità (per S&P il rating è BBB-).
Mobius ritiene che in prospettiva convenga mantenere le azioni brasiliane considerando la ricchezza delle risorse naturali e la popolazione relativamente giovane. Resta però interessante se hai un orizzonte temporale di investimento lungo, e non temi la volatilità della Borsa di San Paolo e del real brasiliano.
Come investire in Brasile? Con l’etf Db X-trackers Msci Brazil (Isin LU0292109344) quotato a Milano, mentre tra i fondi di investimento nessuno appare così vantaggioso. Visto che se ne parla tanto, attenzione alle obbligazioni in real perché oltre che rischiosi sono molto volatili (la valuta è ancora sopravvalutata rispetto all’euro nonostante i recenti cali).
India
Il paese indiano ha grandi prospettive ma presenta le maggiori incognite. Molto dipenderà dalle elezioni che potranno dare un inpulso allo sviluppo. Puoi puntarci tramite il Lyxor Ucits Etf Msci India o con il fondo berdeen global indian equity A2 che investe sulla Borsa di Mumbai.