La riduzione dello spread Btp – Bund ha notevolmente tagliato i rendimenti futuri per i risparmiatori italiani. Dai Titoli di Stato (btp, Bot etc) fino ai buoni fruttiferi postali e i conti deposito, i tassi di interesse che è possibile spuntare oggi sono notevolmente ridotti..
Il Btp con scadenza due anni offre oggi un tasso netto di poco superiore all’1%, quello a 5 anni si aggira al 2%.
Vero che anche l’inflazione (ufficiale) è scesa, ma è indubbio che certi rendimenti garantiscono al minimo il mantenimento del capitale.
Investitori prudenti
Questa situazione spinge gli investitori più prudenti verso i conti deposito, strumenti a breve periodo (in genere 12-18 mesi) con rendimenti netti addirittura superiori ai Btp a 5 anni (Che Banca , YouBanking , InMediolanum) anche se è probabile, anche alla luce del taglio BCE, una nuova riduzione dei tassi sui depositi (per cui nel caso affrettati ad aprirli).
Investimenti più rischiosi
Gli investitori alla ricerca di rendimento invece cercano nuove soluzioni che comportano ovviamente maggiori rischi, quali durate più lunghe, valute e paesi alternativi o titoli subordinati.
E gli emittenti sono pronti a cogliere questa nuova domanda.
Non a caso ha riscosso molto successo la nuova obbligazione subordinata di Mediobanca, “Carattere 2013-2023” che collocata direttamente al Mot ai piccoli risparmiatori ha in breve bruciato i 300 milioni di euro previsti. Mediobanca ha aumentato l’offerta di ulteriori 200 milioni prontamente acquistati dal mercato.
Il titolo, collocato inizialmente alla pari e poi via via a prezzi superiori, ora quota oltre i 105, grazie anche alla contestuale discesa degli spread.
Banca Imi invece ripropone le obbligazioni in valuta estera. In particolare ben 450 milioni di bond a 3 anni in lire turche con cedola 7,64%. Cedola sostanziosa quindi ma soggetta al rischio di cambio.
La situazione attuale sta ripresentando i dilemmi degli investitori del 2005, quando i tassi proposti dalle obbligazioni statali, bancarie e corporate erano molto ridotti. Anche a crisi iniziata, nel 2007, gli investitori cercavano ancora alti rendimenti come GMAC, Royal Bank of Scotland etc. A volte queste scommesse si sono rivelate vincenti, ma spesso hanno comportato forti perdite.
Del resto è soprattutto una questione di timing, se ci si ritrova dentro quando la visione del mercato svolta, o si è veloci ad uscire o si rischia di rimanere “incastrati” in attesa di recuperare le perdite in conto capitale. Tali investimenti sono quindi consigliati solo a chi non è avverso al rischio e può dedicare giornalmente tempo per i suoi investimenti.
Sui mercati finanziari europei al momento c’è un evidente scollamento con l’economia reale (diverso il caso americano che tratteremo in un prossimo articolo). Date le caratteristiche di anno di transizione che sembra avere il 2013, servono cautela e pazienza nell’approcciare i mercati. Le ottime performance finanziarie del 2012 hanno già incorporato parte delle buone notizie che potrebbero arrivare dal 2013. Meglio approfittare delle periodiche correzioni per ridurre le ormai poco promettenti posizioni sul credito obbligazionario, soprattutto quelle a rating più speculativo e a duration più elevata.