E’ in corso il collocamento del nuovo Btp Valore, collocamento che chiuderà salvo anticipi il prossimo primo marzo 2024. Per valutarne la convenienza, vediamo e alternative, ovviamente su titoli con la stessa durata. E’ infatti chiaro che volendo stare su durate più lunghe si possa ottenere di più, così come cercando titoli di emittenti più rischiosi o di obbligazioni in valute emergenti. Ricordo che il nuovo Btp Valore offre una cedola del 3,25% per i primi 3 anni e 4% per i successivi 3, con un premio fedeltà finale dello 0,7%.
Alternative italiane al Btp Valore
Il BTp aprile 2030 offre una cedola dell’1,35% e un rendimento del 3,55%, senza premio alla scadenza con attuale quotazione di 88. Questo consente potenzialmente di compensare parte dei rendimenti in caso di minusvalenze alla scadenza. Il suo rendimento netto, quindi, in caso di credito fiscale, a parità di scadenza, potrebbe superare quello del BTp Valore attualmente in collocamento. Tuttavia, per gli investitori interessati a un flusso cedolare, questa opzione potrebbe non essere ideale poiché offre un contributo cedolare inferiore durante la vita del titolo. Inoltre si tratta di una proiezione su tempi lunghi, ricordo che le minus sono compensabili fino al 4° anno successivo, quindi se si porta a scadenza questo titolo, la compensazione si avrebbe su minusvalenze incerte e attualmente non ancora realizzate.
Vi sono poi gli indicizzati all’inflazione. Il BTpi è legato all’inflazione europea, con una cedola reale dell’0,4%, rendimento reale del 1,74% e scadenza al 15 maggio 2030. Questo strumento protegge l’investitore dall’incremento del livello dei prezzi: sia il capitale rimborsato alla scadenza, sia le cedole pagate semestralmente, sono rivalutati in base all’inflazione dell’area euro. Risulta quindi più vantaggioso del nuovo BTp Valore (senza premio) in caso di inflazione media annuale superiore al 1,90% (inflazione implicita). Tuttavia, va notato che questo titolo, a parità di nominale, è piuttosto caro in quanto incorpora il tasso di inflazione maturato dall’emissione fino a oggi.
Sulla stessa linea c’è lo strumento legato all’inflazione italiana. Il BTp Italia offre una cedola reale dell’1,6%, con scadenza a fine giugno 2030 e un rendimento reale di circa il 2,51%. In questo caso, l’inflazione implicita è molto più bassa, circa 1,15%, poiché l’inflazione italiana può essere inferiore alla media europea, come accaduto nel 2023. Questo titolo ha il vantaggio di non pagare attualmente un tasso di inflazione e quindi può essere acquistato ‘tel quel’, poco sopra quota 95.
Le alternative con scadenza simile al BTp Valore in collocamento sono dunque molteplici e la valutazione di quale sia la migliore in termini assoluti risulta complessa. La scelta più indicata per quella scadenza potrebbe essere una combinazione di titoli, con il peso relativo dipendente dalle specifiche caratteristiche di ciascun investitore, come obiettivi, minusvalenze, aspettative, ecc. In termini più generali l’esperienza recente ci insegna che una copertura dall’inflazione nel portafoglio deve essere strutturale. Inoltre, fare previsioni fino alla scadenza è impossibile, pertanto è consigliabile investire su più scenari diversificando le strategie all’interno del portafoglio.
In ogni caso sconsiglio il disinvestimento per acquistare i nuovi titoli, salvo che si voglia ridurre l’esposizione eccessiva su alcuni emittenti o mercati o scadenze.