Ultimamente mi è capitato di leggere vari articoli in merito all’investimento in diamanti. Questi articoli sono spesso finta pubblicità, infatti si parte parlando di un argomento in linea generale per poi arrivare a scrivere di specifiche offerte o servizi, spesso accompagnati da brevi interviste. Nel nostro caso si tratta di società che appoggiandosi ad alcune banche, propongono la vendita (o l’investimento?) di diamanti presso le filiali bancarie (attualmente Unicredit, Banco Popolare, Ubi, Carige e MPS).
Già questo dovrebbe mettere in guardia chi si accinge ad investire in diamanti e soprattutto di seguire queste offerte. Ma vediamo in dettaglio pro e contro di questo tipo di investimento.
Caratteristiche diamanti da investimento
Chi promuove l’investimento in diamanti sostiene che il diamante sarebbe un bene rifugio. Il diamante sarebbe quindi, al pari dell’oro fisico, un mezzo per salvaguardare i propri risparmi dalle turbolenze in atto sui mercati finanziari.
Come l’oro, e anche di più, pure i diamanti hanno un alto valore rispetto alle dimensioni. Un diamante di un carato (cioè 0,2 grammi) della massima qualità ha oggi in teoria un valore intorno ai 18.000 euro. Al crescere dei carati il prezzo sale in maniera più che proporzionale
I diamanti sonoquindi agevolmente conservabili e facilmente trasferibili in forma anonima, per esempio in caso di eredità possono esser consegnati senza lasciar traccia. Per tali ragioni a volte sono proposti come forma per eludere il Fisco (occorre però dire che il loro acquisto è tracciato, per lo meno se fatto tramite canali ufficiali come gli sportelli bancari).
Problemi con i diamanti
L’investimento in diamanti presenta però diversi problemi. Come per l’oro fisico ha un costo / rischio di conservazione.
Il loro valore è poi molto volatile. Chi propone i diamanti mostra i grafici che dimostrerebbero l’andamento positivo dei diamanti negli ultimi decenni. Ma chi segue l’analisi tecnica sa benissimo come sia semplice “imbrogliare” con i grafici, basta mostrare il periodo di rilevazione più comodo. Basta cambiare il periodo iniziale e finale del grafico e le performance cambiano, anche notevolmente. Il seguente grafico (preso da Soldi 7) mostra l’andamento ballerino del prezzo dei diamanti da un carato di massima qualità.
Dal grafico si vede che i diamanti si sono apprezzati molto (+55% negli ultimi 12 mesi, anche se il dato è molto variabile in funzione delle stime, nel seguito della’articolo vedremo anche perché). A maggior ragione quindi ora può non essere il momento ideale per investire. E soprattutto prima di questa crescita, con un andamento molto variabile, per un decennio non hanno avuto incrementi di valore.
Ma il problema principale dei diamanti è che sono prodotti difficili da valutare.
Anzitutto bisogna conoscere i diamanti, e per far questo occorre guardare a quelle che sono definite le quattro C: Colore, carato, chiarezza, taglio (cut in inglese).
Perché non investire nei diamanti
Se quindi è già difficile scegliere un’azione o un’obbligazione, figuriamoci un diamante. Occorre poi essere sicuri di quello che si compra, per questo i diamanti devono essere venduti in bustine sigillate (blister) e accompagnati da un certificato di autenticità emesso da un istituto gemmologico riconosciuto: Hoge Raad vor Diamant di Anversa, Gemological Institue of America e International Gemological Institute.
Il mercato dei diamanti non è poi liquido come i mercati finanziari (con tanti scambi e valori di negoziazioni resi pubblici). Esistono delle Borse merci e quindi un valore ufficiale ma sono puramente indicativi. Lo spread (differenza) fra valore di acquisto e valore di vendita può essere notevole, quindi puoi acquistare un diamante a 100 ma se provi a rivenderlo subito all’acquirente ti offrirà un valore molto inferiore (determinato da IVA e commissioni a suo favore).
Tale rischio è evidente quando chi vende i diamanti, per tutelarsi scrive esplicitamente nel contratto che non ha obblighi di riacquisto. In definitiva quindi i valori che puoi vedere pubblicati sui giornali non sono quelli che potresti pagare in caso di acquisto, ma non quelli che spunteresti se vendessi (per esempio i valori pubblicati sul Sole 24 Ore sono palesemente gonfiati rispetto anche alle quotazioni ufficiali come il listino Rapaport ed il motivo è semplice: sono forniti da un distributore ufficiale di diamanti).
Inoltre il settore è poco trasparente. La produzione e commercializzazione è infatti fortemente concentrata, di fatto esiste un oligopolio fra De Beers e la russa Arosa ed i prezzi possono essere facilmente pilotati. Non c’è poi alcuna sicurezza di acquistare i cosiddetti blood diamonds, i diamanti che servono a finanziare guerre e sfruttamenti.
I paragoni fra l’oro e i diamanti quindi non hanno alcun senso.
Riassumendo i diamanti presentano:
- un costo – rischio di conservazione
- alta volatilità nelle quotazioni
- necessità di conoscenza del prodotto (come per gli i investimenti finanziari affidarsi totalmente al consulente porta solo cattive sorprese)
- difficoltà di determinazione del reale valore
- poca trasparenza ed etica
Conclusioni
Sicuramente investire in diamanti può darti guadagni e soddisfazioni, inoltre è un’ottima forma di diversificazione del portafoglio. Ma prima di investire devi conoscere il settore per evitare di strapagare un oggetto. Considera sempre che chi ti vende un diamante ne sa molto più di te, se non riduci questo gap rischi veramente delusioni e perdite di soldi. Se quindi vuoi diversificare i tuoi investimenti e provare a salvaguardare i tuoi risparmi, prima di acquistare un diamante, leggi questa Guida sui diamanti.
bellissimo articolo!
Bene
Bell’articolo