Il tema dei diamanti in banca è già stato affrontato altre volte sul nostro blog, sia prima che successivamente all’intervento dell’Antitrust. Facciamo un veloce riassunto di quanto successo.
Il business dei diamanti allo sportello
Molte banche italiane da diversi anni collocano diamanti allo sportello. Si tratta di una mera segnalazione visto che le pietre sono in realtà vendute da intermediari specializzati, le banche per questa semplice segnalazione di clienti interessati si prendono commissioni nell’ordine del 15%. E già qui dovrebbe scattare l’allarme. Ma come, già sconsigliamo le polizze che hanno commissioni di ricarico del 4% e qui si pensa di fare un affare quando già solo l’ultimo dei passacarte si prende il 15%?
Eppure la cosa ha funzionato e man mano tutte le grandi banche hanno fiutato l’affare (per loro). E il colmo è che gli intermediari che operavano tramite lo sportello sono arrivati a coprire oltre il 70% delle vendite di diamanti in Italia.
- DPI – Diamond Private Investment (Intesa Sanpaolo, Monte dei Paschi di Siena, Banca Popolare di Milano, Banca Popolare dell’Emilia Romagna, 50 banche di credito cooperativo, Widiba…);
- IDB – Intermarket Diamond Business (Unicredit, Banco Popolare, Carige, Banca popolare di Bari);
- DLB – Diamond Love Bond (Ubi Banca, Banco Desio).
Come vedi, tra le principali banche, più o meno tutte si sono lanciate nel settore.
Denunce e multe
Le alte commissioni bancarie nascondono alti prezzi. Addirittura i prezzi dei diamanti venduti in banca potevano essere il doppio di quelli di mercato, come descritto nella guida Investire in Diamanti di Mirko Quaranta. A far scattare però il fenomeno è servita ancora una volta un programma televisivo (mai che le autorità intervengano prima), in particolare una puntata di Report su Rai3.
Sono partite quindi le denunce a Consob e Antitrust da parte di molte associazioni di consumatori. La Consob, ribadendo che il diamante non è un prodotto finanziario, ha solo fatto un labile richiamo alle banche a dare maggiori informazioni al cliente al momento della vendita. L’Antitrust invece è intervenuto più pesantemente denunciando le pratiche scorrette e multando Intesa San Paolo, Unicredit, Monte dei Paschi di Siena,Banco BPM e due società venditrici di diamanti, IDB e DPI.
Già dopo il polverone alzato da Report, IDB aveva sospeso le vendite in attesa di una generica rivisitazione dei processi di vendita. Dopo la multa, anche le banche, che prima al massimo rimborsavano la cifra investita solo a qualche cliente importante, hanno iniziato a rimborsare il prezzo delle pietre. Intesa SanPaolo in particolare ha inviato una comunicazione a tutti gli acquirenti e sta riacquistando i diamanti. Non sembrano invece così fortunati i clienti delle altre banche.
Come ottenere i rimborsi
Se sei cliente di Intesa quindi, prima di tutto informati presso la tua filiale. Consiglio di fare lo stesso anche ai clienti delle altre banche, in modo da poter poi fare reclamo formale e scritto alla banca (segui il canale previsto per i reclami, non basta reclamare a voce allo sportello).
Inutile ricorrere all’Arbitro bancario che già si è messo fuori dalla partita rilevando che la vendita di diamanti non può essere qualificata tra i servizi ed attività di investimento ai sensi dell’art. TUF, per cui non è di sua competenza.
Puoi invece scrivere alle varie associazioni di consumo come Altroconsumo o Aduc che hanno già aperto vertenze sull’argomento. In proposito, il 12 dicembre 2017 Intermarket Diamond Business (Idb) ha convocato diverse associazioni di consumatori. All’incontro, a cui era presente come banca solo MPS, si è parlato di una via extra giudiziale per risolvere le controversie, una sorta di tavolo di conciliazione.
Al di là di imparare ad essere più diffidenti nei confronti di ciò che ti viene offerto in banca, per tutti vale il solito motto: mai investire in ciò che non capisci. Se vuoi appunto imparare qualcosa sui diamanti, leggi questo blog.