Altra giornata di Borsa negativa con molta tensione sui mercati finanziari, spread Btp – Bund fino a 483 con rendimenti del Btp decennale oltre il 6% (a fine seduta spread 467 e rendimento Btp al 5,93%). La situazione europea è sempre più incerta e delicata. La politica gioca ancora un ruolo decisivo ma tarda a dare risposte.
La recessione europea si sta aggravando. Nel 1° trimestre 2012 il Pil dell’eurozona è rimasto stabile (-0,3%), in Italia -0,8% peggio delle previsioni di -0,6%. L’unico dato positivo è l’export. Cala la produzione e soprattutto la fiducia di imprese e consumatori, barometro che la crisi sta entrando ora nel vivo.
La crisi finanziaria in Europa: Grecia e Spagna
Ma più che la situazione economica pesa ancora la situazione finanziaria, specie di Spagna e Grecia. Il debito pubblico della Grecia continua a salire anche quest’anno (rapporto con PIL al 168) mentre il Pil crolla -6,2%. Ho già espresso, dopo lo switch dei bond ellenici, la mia convinzione che il paese sarà costretto a rivedere di nuovo il suo debito entro il 2013, ma i dati attuali lasciano intravedere anche la possibilità che questo evento sia anticipato a quest’anno. Molto dipenderà dall’esito delle elezioni di giugno. A quel punto la Grecia potrebbe fallire e tornare alla dracma, abbandonando l’euro. Gli effetti di questa decisione non sono pienamente prevedibili, dipenderà anche da come sarà pilotata l’uscita e per questo servirebbe la concordia fra paesi europei. Il rischio collasso del paese con la corsa a ritirare gli euro (la dracma si svaluterebbe in breve tempo di circa il 50-60%) sarebbe molto forte anche se nel medio-lungo termine la svalutazione è una strada quasi obbligata per ritrovare la competitività.
Nel frattempo crescono i timori in Spagna il paese dove la recessione è più forte ma soprattutto dove si rischia un crack del sistema bancario. Bankia, terzo gruppo nazionale, necessita di aiuti per 19 miliardi di euro ma non è escluso che questo sia insufficiente ed è sicuro che ci sono altre banche medio e piccole in situazioni molto gravi.
Come investire per proteggersi dalla crisi
La fine dell’euro rimane per ora ancora un evento improbabile ma è opportuno diversificare il portafoglio proteggendo il capitale. Il peso delle azioni nazionali va ridotto, diversificando in paesi con prospettive migliori come Germania, Usa e Emergenti (tramite Etf). Da evitare assolutamente i bond spagnoli, portoghesi e greci; valutare anzi se venderli.
I Btp e gli altri titoli di stato italiani possono essere mantenuti, senza incrementare le posizioni salvo che questi siano ora assenti dal tuo portafoglio.
Come già indicato le parole d’ordine sono ora prudenza e pazienza. Meglio essere liquidi piuttosto che cercare alti rendimenti assumendosi in tal modo forti rischi. E’ quindi meglio rimanere alla finestra lasciando una parte dei soldi nei conti di deposito a breve termine; prodotti come YouBanking e InMediolanum offrono remunerazioni oltre il 4% lordo a 12 mesi (l’eventualità di un crack italiano è remoto e sicuramente non a così breve periodo, i conti deposito a differenza degli altri titoli sono a breve termine e non risentono delle fluttuazioni di mercato assicurando rendimenti pari o superiori ai Btp a 3 anni).
Andrebbe valutata anche una diversificazione valutaria, e ricopiando le parole di una nota newsletter finanziaria “iniziate a guardarvi intorno per individuare conti di banche estere sicure su cui trasferire i vostri soldi qualora la crisi dovesse subire un’improvvisa accelerazione”.