Questo articolo è il terzo di una serie dedicato al Btp Italia, i precedenti:
Opinione sul nuovo Btp Italia
Il Btp Italia viene chiaramente spinto dal Governo e dal Ministero del Tesoro e gode anche di una buona promozione dei giornali. Per la prima emissione la speranza era ed è che il Tesoro sia generoso ed effettui una sorta di offerta lancio.
E’ utile sottolineare come in ogni portafoglio finanziario ci dovrebbe essere una quota destinata ad investimenti indicizzati all’inflazione. Questo prodotto si presta quindi a colmare questa lacuna molto presente nei portafogli dei risparmiatori italiani (anche se la protezione dall’inflazione è importante soprattutto per periodi lunghi e difatti i tradizionali prodotti come i Btpi hanno durate ben più lunghe di 4 anni). D’altra parte si potrebbe obiettare che per essere un prodotto destinato ai piccoli risparmiatori, non è sicuramente semplice da capire.
Ho già anche indicato come la scelta dell’indice Foi, invece del Nic, sarà probabilmente penalizzante nel corso dei 4 anni. Si tratta comunque di un indice di inflazione nazionale che è quella a cui deve fare riferimento un risparmiatore italiano.
Il collocamento online non è una novità così eclatante visto che chi opera veramente su Internet lo fa già (es. Fineco). La verà novità sarebbe stata il disintermediare il canale bancario e postale consentendo anche la sottoscrizione tramite canali alternativi e magari per piccoli importi (scontando in questo caso il bollo)
Da quanto ho già scritto è evidente che per dare una valutazione definitiva del prodotto occorra per lo meno conoscere quale sarà il tasso cedolare; per ora abbiamo solo un minimo. Possiamo comunque farci un’idea con qualche “concorrente”.
Qualche confronto con Btpi e Btp
Se le stime sull’inflazione futura non possono che essere aleatorie possiamo valutare il Btp Italia con titoli simili già presenti sul mercato.
Il Btpi con scadenza settembre 2016 ha una cedola del 2,1% e quota poco sotto la pari a 99,65. Le differenze quindi sono:
- il Btpi costa 0,35% in meno (ovviamente le quotazioni sono variabili)
- il Btpi ha una cedola annua di almeno lo 0,15% in meno (per 4 anni)
- sul Btpi si pagano le commissioni di negoziazione, minimo lo 0,18% con le banche online
Se ne deduce che, commissioni a parte, i due titoli sono molto simili con un lieve vantaggio del Btp Italia. Probabile quindi che a queste condizioni di mercato il nuovo titolo quoterà sopra la pari. A vantaggio del Btp Italia poi come detto ci sono le commissioni azzerate e la plausibile previsione di inflazione italiana superiore a quella europea
Confrontiamo ora il nuovo titolo con il Btp tradizionale scadenza aprile 2016 con cedola 3,75% e quotato a 101,59. Con un tasso di inflazione medio molto abbordabile dell’1,5% le cedole dei due titoli sarebbero uguali. Il confronto con il Btp è quindi vincente se si ritiene che ci sarà nei prossimi 4 anni un’inflazione media superiore all’1,5%.
Non è significativo il risibile premio fedeltà, 0,1% all’anno, con cui ci si ripaga al massimo solo parte del bollo. Il premio del resto è solo una strategia di marketing. In ogni caso il Btp Italia può essere un prodotto interessante sia per il rendimento atteso, sia per il confronto con prodotti simili e alternativi; e soprattutto per diversificare con un prodotto legato al tasso di inflazione.
Come già scritto, per ridurre i costi è utile iniziare ad utilizzare un servizio di trading online come Trading Arancio (basta aprire Conto Arancio o Conto Corrente Arancio per averlo) o Fineco per chi cerca un servizio da traders. Con queste banche non avrai i costi di custodia titoli tipici e pagherai commissioni di negoziazione ridotte rispetto alle banche tradizionali. Non potrai sfruttarle ora con la prima emissione dei Btp Italia, ma attrezzati per operare in futuro con queste banche: un buon investimento inizia dalla riduzione dei costi.
Per saperne di più su titoli di stato e soprattutto i Btpi leggi La guida ai titoli di Stato