Nel precedente articolo abbiamo indicato come per le scadenze brevi, sotto i 3 anni, i titoli di Stato rendono ormai meno dei conti deposito a 12 mesi (YouBanking del Banco Popolare, Conto Arancio e Che Banca al 3,5% – 3,6%); conti deposito che ritornano ad essere il miglior investimento per scadenze brevi.
Per chi è disposto ad allungare le scadenze investendo in titoli di Stato raccomandiamo comunque di mantenere una quota non superiore del 20% del portafoglio. Nonostante l’annunciato intervento della BCE ed il conseguente restringimento dello spread Btp Bund, i problemi permangono. In particolare la crescita economica, come ha di nuovo sottolineato proprio oggi Standard & Poor’s. Il calo del Pil nel 2012 potrebbe rendere più difficile raggiungere gli obiettivi di bilancio pubblico, riportando il nervosismo sui mercati. La situazione in Spagna e in Grecia rimane poi sempre grave.
La liquidità dei Btp lunghi
E’ evidente che un aumento dello spread ora colpirebbe soprattutto i titoli di Stato con scadenza più lunga. A maggior ragione ora con le scadenze più corte “tutelate” dai possibili acquisti della Banca Centrale Europea. Per questo non bisogna sovrappesare questa componente alla ricerca di maggiori rendimenti.
Sulle scadenze più lunghe deve essere considerata inoltre la liquidità del titolo. Per liquidità si intende il numero e i volumi di scambi giornalieri, che rappresenta la minore o maggiore facilità di rivendere i titoli sul mercato.
Per esempio il BTp 8,5% 22/12/23 potrebbe attirare l’attenzione visto l’alta cedola (è un titolo emesso 30 anni fa quando ancora c’era la lira). Si tratta però di un titolo illiquido che scambia pochissimo. Il rischio di un titolo del genere è che se anche riesci ad acquistarlo poi non riesci a venderlo, soprattutto in caso di turbolenze finanziarie.
Certo, ricercare la cedola alta non è una cattiva idea. Infatti questo non solo garantisce un buon flusso di liquidità periodico in entrata, ma riduce anche la duration del titolo. Si tratta in pratica la scadenza media dei flussi di cassa in entrata. In ogni caso ti basta sapere che minore è la duration, minori sono gli effetti della variazione dei tassi di interesse (quindi dello spread) sul titolo. In sintesi: si riduce la volatilità e quindi il rischio.
E’ il caso del BTp 9% 1/11/23 (Isin IT0000366655 prezzo: 130,61 al 25 settembre), emesso sempre in tempi di alta inflazione che offre un’alta cedola ma a differenza del precedente a scambi sufficienti per riuscire ad operare tranquillamente sul mercato.
Ci sono poi altri elementi da valutare quali il disallineamento fra rendimenti. Lo stesso titolo indicato in precedenza quota sopra la pari, valore che spesso, erroneamente, spaventa molti investitori. Di tutto questo però scriverò in un prossimo articolo, per rimanere aggiornato puoi iscriverti alla newsletter (inserisci la mail nel box più sotto).