L’ultima serie di buoni fruttiferi postali denominanta BFP 3×4 è stata riproposta ad ottobre ma con tassi in discesa dello 0,25 – 0,5% in base alle scadenze.
Cosa sono i buoni postali BFP3x4
I buoni 3×4 sono un investimento destinato al lungo periodo, con scadenza massima 12 anni. Ma la vera particolarità è che rimborsano gli interessi ogni 3 anni.
Si possono estinguere anticipatamente in ogni momento, ma solo dopo le scadenze triennali si possono ottenere gli interessi.
Tassi di interesse
Nell’immagine sono riportati i rendimenti del Bfp3x4. Come si vede ogni 3 anni vengono pagati gli interessi. Nel mese di ottobre i tassi hanno subito un taglio netto: -0,25% la scadenza a 3 anni, -0,5% le altre scadenze.
Considera che la scadenza a 12 anni dà un 4% lordo, pari al 3,5% netto. Attualmente già il Btp in scadenza ad agosto 2018 (6 anni) offre un analogo rendimento netto. A 12 anni il BTp 1/3/2025 offre il 4,63% nett0.
Il rendimento quindi non è vantaggioso. C’è poi un altro elemento a sfavore di questi buoni postali. Con il Btp certo si è soggetti a oscillazioni nel prezzo, ma si percepisce una rendita periodica sicura pagata semestralmente. I Bfp 3×4 invece pagano interessi solo ogni 3 anni. Se per esempio ti servissero soldi dopo 8 anni, riceverai il capitale, ma perderai gli interessi maturati negli ultimi due anni.
In questo momento è preferibile investire a breve ( 12 mesi ) sui conti deposito sicuri ( YouBanking del Banco Popolare 3,5% senza bollo, Conto Arancio 3,5%), e per scadenze oltre 3 anni puntare sui Btp.
Piuttosto che questi, io consiglio quelli legati all’inflazione, sempre di Poste Italiane.
Hanno molti vantaggi se si vuole un investimento tranuillo.
1) Sono garantiti 2 volte : dalla Cassa Depositi e Prestiti, a sua volta garantita dallo Stato italiano.
2) Sono indicizzati all’inflazione italiana, più uno spread. A volte molto vantaggioso.
3) Si comprano e vendono a tranches da 250 euro. Quindi comodissime.
4) Non subiscono la speculazione dello spread perchè quotano sempre 100, anche se lo spread sui BTP fosse a 600 e quindi i relativi prezzi in calo di un bel po’.
5) Durano 10 anni, ma si possono vendere quando si vuole. Se entro i 18 mesi non si prende la rivalutazione. Se dopo, la si prende dall’inizio. Si possono fare anche disinvestimenti parziali appunto a multipli di 250 euro.
6) Esce una serie diversa, con interessi diversi ogni mese. Vengono venduti quel mese e poi basta. Trascorsi i 18 mesi però se la nuova serie del mese è più conveniente di quelli vecchi in portafoglio, si possono vendere i vecchi e passare ai nuovi.
7) Non hanno spese di acquisto/vendita, gestione o commissioni. Basta aprire un libretto postale, completamente gratuito.
Insomma a mio parere, sempre come investimento tranquillo, sono veramente ottimi. Guradate ad esempio i tassi di quelli usciti a dicembre 2011.
Ecco quà i rendimenti, per i 10 anni, della serie J19 del dicembre 2011.
Oggi ovviamente sono più bassi.
Oltre a questo interesse fisso, c’è poi la rivalutazione all’inflazione italiana.
Se questa fosse un 2%, si partirebbe quindi con un totale di 3,80% il primo anno, per finire con un 5% al decimo. Con la certezza, se l’Italia andasse a rotoli, di vendere SEMPRE a 100. Mentre coi BTP si rischia di vendere a 90 o ancora meno !!
1,80%
1,90%
2,00%
2,10%
2,20%
2,20%
2,30%
2,50%
2,75%
3,00%