Nell’articolo che presentava l‘IPO di Facebook avevo presentato i vari dubbi sul titolo, fortemente sopravvalutato in base a utili e fatturato attuali. Il social network rappresenta una scommessa ad alto rischio.
Al debutto il titolo, emesso a 38 dollari, è salito velocemente fino a quota 42,05 (+13%) ma ha finito per chiudere a 38,23 praticamente fermo al prezzo dell’IPO. Una delusione inaspettata visto che gli analisti si attendevano un balzo iniziale del 50% con una chiusura a +10-20%.
I dati evidenziano come le azioni Facebook siano state acquistate soprattutto da investitori individuali, non dagli istituzionali (banche e fondi). Anzi, questi ultimi sono tra i grandi venditori. Tra gli investitori non ci sono sicuramente Warren Buffett o Peter Lynch, che hanno dichiarato di non essere interessati al titolo.
Come guadagna Facebook
Il punto essenziale è che Facebook è molto nota al pubblico dei risparmiatori ma non ha ancora un suo modello di business vincente che gli permetta di guadagnare. Oggi la sua principale fonte di ricavo è la pubblicità. Anche se gli introiti pubblicitari potranno aumentare, non potrà comunque raggiungere i livelli di Google. Questo è evidente a tutti coloro che si occupano di web marketing, ma non ci vogliono chissà quali studi per capirlo.
Basta un po’ di esperienza e buon senso. Quando cerchi qualcosa in Google la pubblicità è coerente alla tua ricerca, è quindi naturale che tu ci clicchi in quanto l’annuncio risponde a quello che in quel momento stai cercando. In Facebook non stai cercando informazioni, stai conversando, condividendo e giocando con amici e conoscenti. La pubblicità è quindi un’interruzione che non si combina con quello che vuoi fare in quel momento. Facebook è poi sempre più utilizzato tramite gli smartphone, dove la pubblicità trova ancora meno spazio.
Il social network non guadagna solo con la pubblicità ma anche con servizi integrati, in particolare con i giochi (gestiti da Zynga) come FarmVille, CityVille etc. A breve si potranno anche acquistare azioni tramite Facebook grazie ad un accordo fra Nasdaq e Loyal3 per consentire a quest’ultima di rivendere telematicamente l’accesso ai collocamenti privati di titoli. Per ora però si tratta di un business limitato per quantità e l’offerta è riservata a chi risiede negli Usa.
Per crescere Facebook deve puntare ad integrare altri servizi: negozi, casinò, trading azionario etc. in pratica deve diventare un microcosmo dentro Internet, un mondo a parte dove il navigatore può trovare di tutto senza dover uscire. Ma è evidente come non sia facile imbrigliare l’utente costringendolo a rimanere entro i confini di Facebook per svolgere tutta una serie di attività online.
Al momento ritengo che Facebook sia un investimento solo per i traders che potranno sfruttare la volatilità del titolo. Per un risparmiatore rimane una scommessa fortemente rischiosa, più guidata dalla moda che dai fondamentali.
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