Sui giornali italiani ha riscontrato vasto eco l’intervento di un imprenditore che ha pagato un’intera pagina del Corriere per pubblicizzare l’idea di acquistare i Btp o più in generale i titoli di stato italiani. Una sorta di invito a ricomprarci il debito per non dipendere dai mercati finanziari internazionali. A questo intervento si sono accodati diverse personalità, imprenditoriali e politiche e si sono aperti diversi dibattiti sui giornali a sostegno dell’idea.
Personalmente mi interessano poco questi dibattiti demagogici. Capisco la buona fede dell’imprenditore e di tanti altri, ma in tema di investimenti ognuno decide per se. L’idea di ricomprarsi il debito inoltre è velleitaria visto le dimensioni dei mercati finanziari.
Significativo come alcune banche, ad iniziare da Intesa e Unicredit, si sono accodate a questo appello promettendo interventi come l’azzeramento delle commissioni di negoziazione sui Btp. Peccato però che, come testimoniato da numerosi interventi a Radio 24, le banche italiane sconsigliano furbescamente i titoli di stato italiani per piazzare le loro obbligazioni. E’ una vecchia abitudine delle nostre banche (anche in passato vendevano i loro titolo più rischiosi ma meno remunerativi rispetto a quelli dello Stato) e oggi si permettono pure di sfruttare la situazione facendo credere ai risparmiatori che la loro situazione è più solida rispetto allo Stato. Cosa ovviamente falsa.
Conviene acquistare i Btp ora?
I titoli di stato italiani hanno raggiunto rendimenti impensabili. L’ultima asta sui Bot annuali ha superato il 6% lordo (oltre all’imposta occorre sottrarre la commissione bancaria dello 0,3%). I Btp hanno rendimenti netti superiore al 6%.
Dalla tabella, riportante i valori del 10 novembre, si evidenzia come pure il titolo in scadenza fra un anno propone tassi netti vicino al 6, soglia già raggiunta dal Btp 2013. Si arriva ad un massimo del 6,72% netto a 15 anni.
Ciò che colpisce di questi numeri è il livello raggiunto dai titoli a breve. E’ evidente che sono soprattutto questo ad aver raggiunto una quotazione molto bassa (e quindi un rendimento alto per chi compra).
Le scadenze entro i 5 anni (2016) sono molto appetibili perché hanno alti rendimenti e una durata residua bassa con conseguente minore volatilità rispetto alle durate più lunghe.
Ma è il caso di acquistare Btp ora? Ho già indicato come in questo momento non sia opportuno vendere i titoli di stato italiani. Proponevo invece prudenza a chi pensava ad un acquisto indicando comunque di valutare la composizione dell’intero portafoglio e rimanendo su scadenze brevi (massimo tre anni).
Il consiglio rimane valido anche se ora si è aggiunto un elemento in più, quello politico. E’ evidente che l’andamento dei titoli di stato italiani sarà strettamente collegato a quello politico.
Un governo Monti con una base parlamentare forte farebbe infatti salire le quotazioni dei nostri titoli di stato. Ma quando si parla di politica, soprattutto in Italia, le incertezze abbondano.
Chi vuole scommettere può puntare sulla formazione di un governo tecnico e solido guidato da Mario Monti. In tal caso anticiperà il movimento di mercato. Ma correrà anche il rischio di un fallimento di questo tentativo politico che potrebbe riportare lo spread Btp Bund al massimo, con conseguente perdita sui Btp.
I più prudenti possono restare alla finestra in attesa degli eventi politici. I rendimenti dei Btp sono sicuramente ottimi e non completamente giustificati da un punto di vista economico, ma comprensibili se si valuta anche la componente politica. Aspettare la formazione di un nuovo governo solido con credibilità internazionale per acquistare i Btp può comunque rappresentare una buona soluzione. Sicuramente non si avranno i guadagni di chi ha comprato prima (ma anche i rischi) ma si acquisterebbero titoli con buoni rendimenti e migliori prospettive.
Ti ricordo poi che è fondamentale per massimizzare i risultati dei tuoi investimenti ridurre i costi, puoi puntare su:
- Fineco: commissioni sui titoli di stato, 0,19% con minimo 2,95 € – Max 19 €.
- Trading Arancio 0,19 % Min 8 – Max 18 €. Soluzione preferibile se effettui poche operazioni visto che puoi operare anche con Conto Arancio che non ha alcun costo.
Con le banche tradizionali paghi commissioni fra lo 0.3 – 0,7% ma senza massimi. Inoltre avrai costi di custodia annui fra 60-120 euro.
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