L’incertezza sui mercati finanziari (dazi, Turchia, crescita in rallentamento in Europa e Cina) si fa sentire sui titoli di Stato italiani. Nelle ultime due sedute i rendimenti dei BTp a 10 anni hanno registrato forti impennate arrivando a toccare quota 3,2% come non accadeva da maggio 2014. Lo spread, il differenziale di rendimento tra i titoli italiani e quelli tedeschi, ha toccato un picco a quota 286 punti riportandosi sui massimi toccati a maggio. Colpisce poi come sia aumentato anche il divario con la Spagna: il differenziale tra i Bonos e i BTp ha toccato quota 172 punti, non si vedevano livelli simili dal 2011. Ciò ci dice chiaramente che il livello di rischiosità che il mercato oggi assegna al nostro Paese non è neppure lontanamente paragonabile, non solo a quello della Spagna, ma pure a quello del Portogallo. Siamo insomma in una situazione peggiore rispetto al 2011 dove per lo meno condividevamo la crisi dello spread con gli altri paesi cosiddetti Pigs.
Fattori di rischio
Oltre a risentire del contesto globale (e soprattutto dell’operato della Bce che presto terminerà di acquistare nuovi titoli) i Btp italiani pagano l’incertezza sulle politiche fiscali del nuovo governo ed i timori per la tenuta dei conti pubblici.
Non c’è però solo la legge Stabilità 2018, si avvicinano infatti nuove delicate scadenze. Il prossimo 30 agosto ci saranno importanti aste di titoli di Stato italiani a medio e lungo. Il 31 agosto è atteso il pronunciamento di Fitch sul rating dell’Italia, a seguire il 7 settembre è la volta di Moody’s (che già nei mesi scorsi aveva lasciato intendere la possibilità di un downgrade») per finire con Standard and Poor’s (26 ottobre).
Investitori esteri in fuga
Sono soprattutto i grandi investitori esteri che stanno vendendo i Btp. In base ai dati della Banca d’Italia, solo a giugno l’esposizione degli investitori esteri in BoT BTp si è ridotta di ben 33 miliardi di euro (per un totale di 58 miliardi tra maggio e giugno). Anche se è ancora presto per avere i dati di agosto, probabile che il flusso sia aumentato nel periodo (per i mercati internazionali è luglio il mese di maggiore pausa, ad agosto i grossi investitori istituzionali già si riposizionano per fine anno).
Una situazione quindi molto preoccupante se si considera che in prospettiva calerà anche il contributo della Bce con la fine del Quantitative easing. L’unica è affidarsi a banche e assicurazioni italiane. Ma anche per loro aumentare la quota di BTp in portafoglio è rischioso in quanto l’aumento dei tassi di interesse comporta il deprezzamento dei titoli in portafoglio.
Intesa Sanpaolo ha annunciato con l’ultima semestrale che l’aumento dello spread tra i titoli di Stato italiani e quelli tedeschi ha eroso il capitale di prima qualità (Core Tier 1) di 35 punti base. Generali ha comunicato di aver registrato un abbattimento del patrimonio di 1,33 miliardi di euro a causa dello stesso motivo. Lo stesso vale ovviamente per tutte le altre istituzioni finanziarie nazionali (difatti la loro quotazione in Borsa ne ha risentito).
Un recente articolo di Bloomberg ha sottolineato la fuga dal rischio Italia. Confermato da un recente sondaggio condotto da BofA Merrill Lynch. “A quale livello di spread comprereste BTp?” ha chiesto la banca d’affari a un campione di gestori obbligazionari. La risposta più gettonata (27%) è stata 300 punti ma un buon 45% degli intervistati ha dichiarato, o di non avere intenzione di comprare titoli italiani perché troppo volatili (20% degli intervistati), o di poterlo fare solo con livelli di spread tra i 350 (11%) e i 400 punti base (14%).
Cosa fare – conviene acquistare Btp
Molti investitori più aggressivi stanno acquistando Btp. Ma non è detto (vedi sondaggio di BofA sopra) che si siano toccati i minimi. Al di là del rischio politico, ci si dimentica spesso che anche con il precedente governo il nostro paese è andato molto male: già da mesi Portogallo e Spagna ci hanno superato a livello di spread. La nostra crescita poi rimane costantemente inferiore a quella europea, ma se ai tempi della crisi eravamo dietro di mezzo punto, ora il gap si è allargato a quasi un punto percentuale.
L’entrata sui Btp quindi, almeno fino alla presentazione della finanziaria e al pronunciamento di Fitch e Moody’s, va vista solo come speculazione di breve termine. Sicuramente i tassi attuali sono interessanti, per cui vanno monitorati sfruttando eventuali picchi per entrare.
Considerato il rischio Italia, un investitore dovrebbe comunque valutare anche la protezione del suo patrimonio, a prescindere dall’investimento in titoli di stato nazionali. Al di là delle coperture finanziarie tramite derivati, in questo articolo si vagliano diverse opzioni di protezione.