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Mercati Azionari: Pausa Salutare o Correzione? L’AI non è una Bolla.

Posted on 22/11/2025 by Luca

Nonostante un quadro macroeconomico in miglioramento e trimestrali aziendali molto forti, i mercati azionari mostrano un crescente nervosismo. Tuttavia, il consenso degli analisti suggerisce che l’attuale limatura dei listini non sia l’avvio di una vera e propria correzione, quanto piuttosto una “pausa salutare” e un aggiustamento tecnico degli eccessi.

I gestori e gli strategist evidenziano che la fase di maggiore volatilità è un movimento di aggiustamento nel premio per il rischio, che ridimensiona gli elementi speculativi nel posizionamento, in particolare tra gli investitori retail americani, un fenomeno amplificato dalle strategie sistemiche di trend following e dalla forte concentrazione del mercato statunitense su pochi titoli a grande capitalizzazione.

Le Fonti di Vulnerabilità e la Pressione sui Tassi

Gli analisti individuano diverse fonti di vulnerabilità che giustificano la cautela sui mercati:

  • Tensioni Macroeconomiche: Sebbene la fine di situazioni politiche contingenti (come il blocco del governo USA) abbia portato un sollievo temporaneo, restano vive le preoccupazioni legate all’inflazione, alla tenuta del mercato del lavoro e, di conseguenza, alla politica monetaria.

  • Dubbi sulla Fed: Un fattore chiave è il possibile cambiamento di rotta della Federal Reserve (Fed), che rende meno probabile un taglio dei tassi d’interesse a dicembre. Come sottolinea Luca Simoncelli di Invesco, anche l’instabilità dei mercati finanziari in Giappone evidenzia la tensione al rialzo sui tassi d’interesse a livello globale.

  • Riduzione del Rischio: Alessandro Tentori di Axa Investment Management osserva che dopo un anno positivo ma denso di eventi inaspettati, molti investitori potrebbero decidere di ridurre il rischio di portafoglio. I dubbi della Fed, sebbene condivisibili, non facilitano il sostegno delle valutazioni degli indici.

 

La Salute dei Fondamentali e il Rischio di Correzione

Dal punto di vista fondamentale, in particolare per le large cap americane, il quadro resta sorprendentemente solido:

  • Utili in Crescita: Gli utili aziendali sono in crescita ben oltre le attese, con un numero elevato di sorprese positive.

  • Mercato del Lavoro: Il mercato del lavoro, sebbene mostri qualche stagionalità, non presenta anomalie tali da suggerire un’imminente inversione del ciclo economico.

Nonostante alcuni indicatori di sentiment nel settore privato mostrino un peggioramento, questo non è sufficiente a delineare uno scenario recessivo né a giustificare l’ipotesi che una correzione sia già in corso.

 

L’Intelligenza Artificiale: Non è una Bolla Dot-Com

Un tema centrale è il timore di una “bolla” sui titoli legati all’Intelligenza Artificiale (AI). Su questo punto, gli analisti sono chiari: l’attuale contesto è radicalmente diverso dall’era delle dot-com.

  • Solidità Aziendale: Le preoccupazioni sono comprensibili data la dominanza dei titoli tecnologici a grande capitalizzazione, ma le aziende leader nell’AI presentano flussi di cassa solidi, elevata redditività e bilanci robusti (Simon Wiersma, ING).

  • Valutazioni vs. Storico: Le valutazioni, sebbene elevate, sono al di sotto dei livelli estremi storici, e la crescita degli utili rimane solida.

  • Lezione Storica: Come ricorda Carlo Benetti di Gam, la lezione delle bolle del passato (come le dot-com o i titoli ferroviari dell’Ottocento) è che gli investitori avevano ragione sulla natura disruptive delle novità, ma tendevano a sopravvalutare la rapidità con cui il cambiamento si sarebbe verificato.

In sintesi, non c’è un rischio di bolla generalizzato, ma l’aumentata concentrazione del mercato impone agli investitori una maggiore selettività e una rigorosa diversificazione per mettersi al riparo.

Scenario Italiano: La Promozione di Moody’s e la Stabilità

Mentre i mercati globali chiudevano una “settimana nera” (con cali significativi per Nasdaq, S&P 500, Ftse Mib ed Eurostoxx 50), il mercato italiano ha beneficiato di una notizia di grande impatto.

L’agenzia Moody’s ha alzato il rating del debito pubblico italiano a Baa2 (da Baa3) con outlook stabile. Si tratta di un evento “storico” che interrompe un’attesa di 23 anni (l’ultimo upgrade risaliva al maggio 2002) e premia la disciplina di bilancio del Governo, il rientro dell’avanzo primario e la prevista uscita anticipata dalla procedura UE per disavanzi eccessivi.

L’upgrade, il settimo ottenuto quest’anno sui BTp dalle agenzie di rating, ha permesso di cancellare la posizione “eccentrica” dell’Italia. Nel giorno della promozione, il BTP decennale ha limato il rendimento a quota 3,46%, con lo spread rispetto al Bund rimasto stabile sui 75 punti base, dimostrando una notevole resilienza in un contesto di turbolenza globale.

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