Aumentano i contagi di Covid in Italia, tanto da far temere una seconda ondata e nuovi lockdown. Contestualmente aumentano le voci di patrimoniale. La pandemia e la conseguente crisi economica sta riportando d’attualità uno dei maggiori timori degli italiani degli ultimi trent’anni: l’incubo di una patrimoniale necessaria a pagare i debiti che stiamo contraendo con l’Europa.
L’esperto tributario Riccardo Cambi ne ha parlato in un’intervista a Focus Risparmio: “Sì. Il tema non è se ma quando, come e quanto rischiamo. Lo evidenzia lo scenario di riferimento in cui, a fronte di una economia stagnante se non decisamente in recessione, la spesa è in aumento. L’Italia già prima della crisi del Covid aveva circa 2.300 miliardi di debito, con una durata media di sette anni, e quindi doveva piazzare ogni mese poco meno di 30 miliardi di obbligazioni sul mercato, contro un Pil di 1.800 miliardi, ovvero 150 al mese. Oggi il Nadef prevede un incremento del debito di 20 miliardi, senza neppure considerare l’impatto di un secondo eventuale lockdown, anche parziale. Ne consegue che più che una patrimoniale una tantum, possiamo attenderci un incremento delle imposte patrimoniali. Ritengo in particolare che possiamo aspettarci come limite massimo un raddoppio delle imposte patrimoniali, accompagnato da rimodulazioni nelle tasse e contributi. Lo strumento più semplice sarebbe un prelievo straordinario sui conti correnti. Dopo l’esperienza Amato, tuttavia, non si è più fatto ricorso per le evidenti sperequazioni e il costo politico di questa scelta. Più ragionevole una operazione di aggravio delle aliquote o delle basi imponibili sulle imposte”
Altre voci di allarme si levano da Confedilizia: “È disarmante continuare a leggere, nei documenti della Commissione europea, l’invito all’Italia ad aumentare la già spropositata tassazione patrimoniale sugli immobili (l’Imu pesa per 22 miliardi di euro l’anno, 13 in più della vecchia Ici)”
A queste insistenti voci risponde il Viceministro dell’Economia “In queste ore, gira con insistenza, nelle varie chat, l’ennesima bufala. Voglio dirlo con forza, non c’è nessuna patrimoniale Virus Tax. Abbiamo chiuso un decreto con le risorse deliberate dal Parlamento, che ha autorizzato uno scostamento dei saldi di bilancio di 25 miliardi”.
Dove sta la verità? La risposta ritengo sia quella del tributarista “Il tema non è se ma quando”. Non sarà quest’anno, perché come detto dal viceministro, i soldi ci sono (anche se potrebbe esser necessario il ricorso al Mes). Non è però chiaro quando arriveranno i fondi del Recovery Fund. Ormai è certo che non arriveranno prima di metà 2021, ma gli attuali ritardi al Parlamento Europeo e il ritorno di una nuova ondata con l’emergenza sanitaria in molti paesi, sta già facendo slittare le date concordate.
E a prescindere, occorre ricordare che i fondi europei sono per lo più prestiti, nuovo debito che andrà restituito. Facile pensare quindi che di patrimoniale se ne riparlerà veramente tra 1-2-3 anni, a seconda delle necessità. Ma soprattutto dei rischi. Perché appena l’economia globale tornerà alla normalità, l’Italia non avrà più scuse per risanare i conti pubblici. E a quel punto sarà l’Europa che deciderà la politica economica italiana. Europa dove comandano Germania e paesi frugali che già da tempo hanno puntato il dito sulla corposa ricchezza finanziaria privata degli italiani. Tra i suggerimenti dello stesso tributarista, quello di portare parte del patrimonio all’estero. Come suggerito dagli stessi autori di Conto in Svizzera per farsi trovare pronti quando la situazione precipiterà.