Lasciare l’Italia e andare a vivere all’estero dopo la pensione. E’ quello che hanno risposto ben il 64% degli italiani in base ad una ricerca dell’osservatorio Reale Mutua dedicato al welfare.
La scelta sarebbe guidata non tanto (o non solo) da scelte radicali di cambiamento, semmai proprio dalla paura di non poter mantenere uno stile di vita simile a quello attuale e trovare un ambiente e servizi più adatti alla terza età. Gli italiani sono preoccupati dalle prospettive di assegni sempre più bassi, tanto che il 55% degli intervistati teme che la pensione percepita non sia sufficiente per mantenere il proprio tenore di vita.
Non a caso le mete più ambite sono il Portogallo (soprattutto Lisbona e le Algarve), Malta, Cipro e la Spagna (Baleari e Canarie), posti scelti perché vicini, sul mare, dall’ottimo clima e soprattutto perché la tassazione è inferiore rispetto a quella italiana. Ma a sorpresa va molto forte anche la Bulgaria, il paese con il costo della vita più bassa, oltre alla Tunisia scelta per ragioni fiscali dai pensionati del settore pubblico. Non mancano poi mete esotiche, come la Thailandia o il Brasile.
La realtà è che stiamo parlando di un trend già in atto da qualche anno. Non a caso recentemente è sorta la polemica delle quattordicesime pagate a tanti pensionati che ora risiedono all’estero e che quindi non apporteranno alcuna crescita nei consumi nazionali (che era l’intento della legge).
Inutile entrare troppo nelle questioni personali e finanziarie. Ognuno fa i suoi conti e valuta se e quanto gli conviene, tenendo ovviamente conto anche di aspetti non secondari come la sanità e la sicurezza.
In fatto di sicurezza, la recente lettura di un articolo online, sottolinea giustamente come tutti questi paesi dal punto di vista bancario e finanziario non sono proprio così stabili e sicuri. I sistemi bancari spagnoli e portoghesi hanno sofferto ben più dell’Italia, con vari fallimenti e salvataggi. Cipro addirittura ha già sperimentato solo qualche anno fa una crisi bancaria, con il blocco dei conti correnti e la gente che faceva la fila per prelevare pochi euro quotidiani. Ancor più difficile valutare la situazione delle banche in Bulgaria o Thailandia.
La sicurezza bancaria è una variabile che viene poco ponderata da chi decide di andare all’estero (non solo da pensionato, anche per lavoro) eppure è fondamentale, persino vitale. Un pensionato infatti farà affidamento non solo ai redditi della pensione ma anche ad un piccolo o grande capitale che si è nel tempo costruito. E se in effetti può non essere il caso di lasciarli su conti correnti italiani (a rischio fallimenti, blocchi, tasse e patrimoniali), è il caso di affidarsi completamente ad un Istituto estero? Chi sta a Cipro risponderà certamente no, visto che ha vissuto sulla sua pelle l’esperienza di non poter prelevare più del minimo necessario. Una situazione che può essere drammatica per un pensionato che non ha ovviamente altre fonti di reddito o capitale se non il conto dove percepisce la pensione.
Per tale ragione, sia per chi è già all’estero (e ripeto, non solo da pensionato) sia per chi ci sta pensando, consiglio di leggere questo articolo sui rischi bancari di vivere all’estero da pensionato.