I risparmiatori italiani non sembrano aver pace. Ci sono voluti addirittura mesi per chiarire tutti gli aspetti sul nuovo bollo del conto titoli introdotto con la manovra estiva ed ora la manovra Monti va ulteriormente a modificare questa imposta. E ancora una volta è caos assoluto con una mancanza di chiarezza allarmante in un paese che campa sul risparmio.
Veniamo a quello che appare certo. La manovra estiva di Tremonti aveva introdotto un bollo a scaglioni sugli investimenti inclusi nel deposito titoli. Per la precisione:
Le novità della manovra Monti
Tale bollo si pagava sul valore nominale dei soli titoli depositati nel dossier. La manovra Monti introduce tre importanti novità:
- saranno soggetti al bollo tutti gli strumenti finanziari anche quelli che non finiscono nel conto titoli. Il Decreto esclude i soli fondi pensione e fondi sanitari
- il controvalore del patrimonio finanziario sarà calcolato considerando il valore di mercato dei titoli. Solo in mancanza del valore di mercato si ricorrerà al valore nominale o a quello di rimborso
- sparirà il sistema a scaglioni e verrà introdotto un sistema ad aliquote percentuali. Non è chiaro se ci sarà una sola aliquota o un sistema progressivo (tipo Irpef)
Ci sono ovviamente molti punti di domanda su quanto indicato anche perché l’intervento di Monti in Parlamento ha generato solo confusione in quanto ha intrecciato il discorso sul nuovo bollo con il prelievo dell’1,5% sui capitali scudati.
Strumenti finanziari che pagherebbero il bollo titoli
In merito al punto 1 sarebbero soggetti al bollo anche:
- fondi comuni di investimento aperti e chiusi
- fondi immobiliari
- sicav
- gestioni patrimoniali
- polizze vita
- pronti contro termine
- certificati di deposito
- buoni fruttiferi postali
Sarebbero esclusi oltre ai citati fondi pensione e fondi sanitari anche i prodotti di liquidità come conti correnti e libretti di risparmio. Per i conti deposito rimane il dubbio sui vincolati mentre dovrebbero essere esclusi quelli liberi (senza scadenza, tipo il nuovo Rendimax Like).
Aliquota di imposta sul deposito
Altro punto di domanda riguarda l’aliquota di imposta. Ad oggi non è chiaro come e se verrà rivista, nella bozza del decreto compare ancora un X%. La confusione creata dal discorso di Monti ha generato la paura che questa possa essere uguale a quella dei capitali scudati, vale a dire l’1,5%.
Questa ipotesi però non sta in piedi. Un’aliquota del genere sarebbe da sola in grado di fare l’intera manovra, e forse anche di più. Inutile per ora fare supposizioni in assenza di maggiori dettagli. Non resta insomma che aspettare.
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