Parte lunedì 14 aprile il collocamento del nuovo Btp Italia (Isin IT0005012783), il primo dei due previsti per quest’anno. Venerdì il Tesoro ha comunicato il tasso di interesse reale minimo pari all’1,65%. Come nelle precedenti edizioni, tale tasso potrà essere confermato o aumentato alla fine dell’asta di collocamento.
Il rendimento indicato rappresenta il minimo storico per il Btp Italia, record precedentemente detenuto dal Btp Italia del novembre scorso che offrì un rendimento minimo reale del 2,15%. Ben mezzo punto percentuale in meno quindi. Ma la differenza è ancora maggiore se si considera che la durata del nuovo Btp Italia è stata portata dai precedenti 4 anni a 6 anni. Il titolo quindi scadrà ad aprile 2020.
L’allungamento della durata è la principale novità di questo collocamento, ma non l’unica. Cambia infatti anche il collocamento che avverrà in due fasi ben distinte. La prima, dal 14 al 16 aprile (che potranno essere ridotti a due in caso di chiusura anticipata), sarà riservata ai soli risparmiatori individuali (retail), mentre il 17 aprile (con eventuale chiusura anticipata) potranno sottoscriverlo gli investitori istituzionali (banche, fondi, assicurazioni etc.).
Per il resto tutto immutato:
- cedole semestrali pari al tasso reale predeterminato più indice inflazione italiana di periodo
- rimborso unico a scadenza
- premio fedeltà pari allo 0,4% per i piccoli risparmiatori che acquistano al collocamento e mantengono il titolo fino alla scadenza
- nessuna commissione bancaria per la sottoscrizione del collocamento
- titolo successivamente negoziabile al Mot, il mercato della Borsa di Milano dedicato alle obbligazioni
Opinioni sul Btp Italia – più dubbi che certezze
Il rendimento minimo del nuovo Btp Italia è quindi pari all’1,65%. Che fosse inferiore a quello delle precedenti edizioni, nonostante l’allungamento della durata, era scontato visto la situazione di mercato dei tassi di interesse. Ma le attese erano comunque migliori, ci si attendeva infatti almeno l’1,80%.
Evidentemente il Tesoro punta a sfruttare il successo delle precedenti edizioni senza però offrire il consueto premio rispetto ai tassi di mercato. Anzi, con l’attuale tasso il Btp Italia avrà un valore inflazionistico di break even (l’indice di inflazione necessario affinché il rendimento del titolo sia uguale al Btp di pari scadenza) pari allo 0,47%. Un valore ben superiore ai precedenti ora già quotati al Mot, per cui il break even è praticamente azzerato. Oggi infatti acquistare sul mercato un Btp Italia o un Btp di pari scadenza, offre praticamente lo stesso rendimento, come se il mercato non considerasse quindi l’inflazione. Il rischio è quindi che il nuovo Btp Italia, con la situazione attuale di mercato, sia collocato ad un valore inferiore a 100, quindi inferiore al prezzo di collocamento.
Sicuramente rispetto alle precedenti aste, dove non c’era dubbio che il collocamento rappresentava una buona opportunità, in questa i dubbi sono tanti. I tassi di mercato (in particolare per i Btp) sono scesi molto, e questo accresce il rischio di aumento dei tassi di interesse con conseguente riduzione dei prezzi di mercato. Anche l’inflazione poi è al minimo storico, con il rischio paventato di deflazione (decrescita dei prezzi). Non è così ipotetico quindi che la prima e magari anche le successive cedole offrano per la prima volta nella storia di questo titolo un rendimento inferiore al Btp di pari durata (attualmente il btp febbraio 2020 offre un rendimento lordo di 2,12%, quindi quasi mezzo punto superiore al rendimento reale minimo del nuovo Btp Italia. L’inflazione italiana è attualmente pari allo 0,4%).
Insomma il quadro è molto incerto ed è difficile consigliare ora di acquistare i Btp Italia, soprattutto per chi non è sicuro di portali a scadenza (che ricordo è ora di 6 anni, non poco per un investimento sicuro anche se più efficace per coprire dal rischio inflazione). Il Tesoro potrebbe ancora aumentare il rendimento a fine asta ma, salvo mutamenti importanti nella prossima settimana, al massimo si può ipotizzare un +0,1%. Poco e incerto.
Per chi è disposto a cassettare (mantenere il titolo fino a scadenza) può valere la pena sottoscriverlo, ma senza esagerare (occhio poi alla quota di titoli di stato italiani nel tuo portafoglio). Sicuramente non vale la pena vendere altri titoli per acquistare questo o cercare di spuntare differenze di prezzo a breve (come era facile con le precedenti emissioni).
Per chi preferisce aspettare ed evitare di investire a medio-lungo in questa fase di tassi ai minimi storici, meglio rimanere brevi con i conti deposito. Dai più noti Conto Arancio e Che Banca fino a Rendimax o Youbanking, si possono trovare valide alternative per parcheggiare per un anno i tuoi soldi.
Premesso che detengo altri BTP Italia acquistati durante la quarta e quinta emissione del 2013 per un “peso” di circa il 10% del mio portafoglio.
Avrei voluto incrementare tale percentuale ma alla luce del tasso cedolare (reale) annuo minimo garantito (1,65%) preferisco evitare di investire a medio-lungo e rimanere a breve scadenza con i Conti Deposito di cui però detengo già il 30% circa del mio portafoglio.
Cosa vi sentite di suggerirmi?
Grazie.
E’ inutile inserire commenti se poi non rispondete!
Grazie.
scusi, ma qui nessuno è pagato per rispondere ai commenti. Considerando che di fatto è passata solo una giornata lavorativa poi, mi sembra che non sia un’infinità di tempo: persino il promotore finanziario o bancario le può fare aspettare molto di più o darle una semplice risposta tanto il suo obiettivo è solo farla vendere.
Per la sua richiesta, non possiamo fornire consulenza ad hoc sul portafoglio di ogni persona. A maggior ragione sulla base di solo due dati.