La BCE oggi ha tagliato il tasso ufficiale di sconto dall’1% allo 0,75%, minimo storico. La mossa era attesa, del resto da tempo i tassi di interesse di mercato scontavano la riduzione.
Dopo la diffusione della notizia sia l’andamento della Borsa che quello dello spread Btp Bund sono peggiorati. Può sembrare un paradosso visto che il taglio del tasso è un intervento che dovrebbe avere effetti opposti.
Perché la Borsa è scesa e lo spread è salito
Come sempre però sui mercati finanziari non conta la notizia, ma le aspettative. Il taglio della BCE era infatti già scontato dai mercati. Anzi, molti analisti si aspettavano una riduzione superiore pari allo 0,5%.
L’intervento di Mario Draghi è stato letto negativamente per tre motivi:
- la maggioranza degli analisti si aspettava una riduzione del tasso di sconto superiore a quanto effettuato
- le parole di Draghi hanno confermato che la situazione economica rimane grave e che quindi si possono fare solo previsioni a breve termine
- non è stata ripetuta l’operazione di finanziamento a favore delle banche (LTRO) attuato già due volte nel primo trimestre; un intervento che molti si attendevano
C’è però stato un ulteriore fattore che ha allarmato il mercato. L’economia mondiale cresce grazie ai paesi emergenti dove però la crescita sta rallentando. In concomitanza con la BCE anche la Banca Centrale Cinese ha ridotti i tassi perciò si teme che le autorità cinesi siano intervenute proprio in virtù di un rallentamento oltre le previsioni della crescita economica.
E’ evidente che sia l’Europa in recessione che l’America in debole crescita puntino sui paesi emergenti, ma se questi rallentano i disequilibri commerciali ed economici non potranno essere sanati a breve.
Come già indicato dopo l’accordo europeo di settimana scorsa, nonostante l’euforia iniziale i problemi rimangono. Senza una prospettiva di crescita nel medio periodo le Borse potranno rimbalzare, ma difficilmente invertiranno il trend. La crescita rimane il problema principale dell’Europa che deve però essere accompagnata anche da una politica di tagli al fine di dirottare le risorse sull’economia reale. Serve quindi un maggior coordinamento e accordo, ma non si può dare solo colpa alla Germania di fronte a paesi che cercano di aggirare le regole.
Visto il permanere dell’incertezza, ribadiamo i consigli di investimento dell’ultimo articolo.