Il lieve calo del dollaro statunitense registrato ieri non deve trarre in inganno: il superdollaro si conferma tale anche in questo primo scorcio del 2025. Nei primi giorni dell’anno, il biglietto verde ha registrato la sua miglior performance da inizio dicembre, consolidando il suo ruolo di valuta dominante sui mercati internazionali. Rispetto alle principali valute, i numeri parlano chiaro: l’euro ha perso circa il 7% nel 2024, e il cambio euro-dollaro è attualmente sui massimi da oltre due anni, attestandosi intorno a 1,02-1,03. Lo scenario non cambia rispetto alla sterlina, allo yen e allo yuan cinese, contro cui il dollaro ha guadagnato rispettivamente il 7%, l’11,6% e il 15% negli ultimi dodici mesi.
Ma perché il dollaro continua a rafforzarsi? E cosa possiamo aspettarci nei prossimi mesi?
I Motivi della Forza del Dollaro
Gli analisti concordano sul fatto che il dollaro sia sostenuto da una combinazione di fattori economici e speculativi. In primis, la forza dell’economia statunitense rispetto al resto del mondo. Il PIL degli Stati Uniti continua a crescere a ritmi superiori al 3%, mentre l’Eurozona fatica a superare lo 0,4%. Anche l’inflazione racconta una storia diversa: negli USA si attesta al 2,7%, contro il 2,2% dell’Eurozona, segno di un’economia ancora vivace e resiliente.
In secondo luogo, la politica monetaria della Federal Reserve si distingue per un approccio meno accomodante rispetto alla Banca Centrale Europea (BCE). Sebbene siano previsti tagli ai tassi d’interesse, la Fed dovrebbe procedere con cautela: si prevede solo un paio di riduzioni nel 2025, contro almeno quattro della BCE. Questa divergenza ha ampliato lo spread tra i rendimenti dei titoli di Stato decennali statunitensi e quelli europei, che ha raggiunto i 215 punti base. I rendimenti più elevati rendono il dollaro più attraente per gli investitori globali.
Infine, non va sottovalutato il ruolo della speculazione. Le scommesse rialziste sul dollaro sono ai massimi dal 2020, alimentate anche dall’attesa dell’insediamento del presidente Trump, previsto per il 20 gennaio.
L’Effetto Trump
Donald Trump, tornato alla Casa Bianca dopo le elezioni del novembre scorso, è già un fattore importante nella dinamica del superdollaro. Le sue politiche di deregolamentazione e di sostegno fiscale alle imprese hanno rilanciato l’idea di un “eccezionalismo americano” ancora più marcato. Tuttavia, la sua retorica aggressiva su temi come la guerra commerciale potrebbe rivelarsi un’arma a doppio taglio.
Antonio Cesarano, chief global strategist di Intermonte, sottolinea come il mercato stia anticipando ulteriori misure a sostegno dell’economia americana, ma avverte che Trump potrebbe ripetere il copione del suo primo mandato: parole dure seguite da politiche meno drastiche del previsto. Nel 2016, infatti, il dollaro si rafforzò inizialmente dopo la sua elezione, ma terminò l’anno successivo in calo rispetto alle attese.
Le Prospettive per il 2025
Le previsioni per il cambio euro-dollaro nel 2025 si mantengono stabili, con una media stimata da Bloomberg tra 1,04 e 1,05, non distante dagli attuali livelli. Tuttavia, il futuro rimane incerto. La forte componente speculativa che sostiene il dollaro potrebbe innescare una correzione improvvisa, soprattutto se dovessero emergere segnali di indebolimento dell’economia statunitense o se le politiche di Trump non si rivelassero all’altezza delle aspettative.
Inoltre, l’evoluzione della politica monetaria globale giocherà un ruolo cruciale. Un eventuale rallentamento nei tagli della BCE o una sorpresa al rialzo da parte della Fed potrebbero alterare significativamente il quadro attuale.
Il superdollaro del 2025 sembra destinato a mantenere il suo status nei prossimi mesi, sostenuto da una combinazione di forza economica, politiche monetarie divergenti e aspettative speculative. Tuttavia, il mercato valutario è notoriamente volatile, e le sorprese non mancano mai. Gli investitori farebbero bene a tenere d’occhio non solo i dati economici, ma anche gli sviluppi politici e le mosse delle banche centrali. La storia insegna che, quando si parla di dollaro, nulla può essere dato per scontato.