Sull’inserto Plus24 del Sole 24 Ore un lettore ha chiesto informazioni sull’obbligazione di Mediobanca a tasso fisso in dollari Usa collocata recentemente agli sportelli di Intesa Sanpaolo (Codice Isin XS1844094885).
Mediobanca da tempo emette titoli in dollari di questa serie, modificando di volta in volta, in base alla situazione di mercato, i tassi di interesse offerti. Anche quest’ultima emissione ha un flusso cedolare step up, che cresce di anno in anno: parte dal 3% e aumenta dello 0,5% ogni anno, fino al 5,55% finale (scadenza luglio 2024). Quota minima sottoscrivibile 2.000 dollari, dal 13 luglio è quotato all’Irish Stock Exchange di Dublino (di difficile accesso per un investitore italiano) e sull’EuroTlx italiano (ma molte banche italiane ancora non ne consentono la trattazione).
Rischi obbligazione in dollari
E’ evidente che il primo rischio da valutare è quello della valuta. La domanda da porsi è quindi: conviene oggi avere titoli denominati in dollari? Nell’ambito della diversificazione del portafoglio ritengo di sì. Il dollaro poi ha tutte le carte in regola per apprezzarsi verso l’euro. Occorre però ricordare che il mercato valutario è soggetto a variazioni molto ampie per chi è abituato ad operare in obbligazioni. Si deve quindi mettere in conto forti oscillazioni nel valore in euro del titolo, con possibilità di perdita in conto capitale.
Il dollaro rimane comunque la moneta forte del momento. Nel 2018 gli USA continuano a registrare uno sviluppo solido grazie agli stimoli fiscali, l’economia cinese mostra segni di rallentamento e quella europea cerca una stabilizzazione al ribasso. Inoltre il differenziale fra tassi di interesse Fed e tassi di interesse delle altre economie del mondo (a partire dall’Europa) è destinato probabilmente ad ampliarsi.
L’altro rischio da valutare su questo titolo, che caratterizza ogni emissione obbligazionaria, è il rischio emittente. Il sistema bancario italiano si trova sotto pressione a causa del valore raggiunto dai crediti deteriorati e soprattutto dal rischio Italia, visto che le banche sono i maggiori detentori di Btp che si potrebbero svalutare parecchio in caso di tensioni sullo spread. Di situazioni incerte e difficili se ne sono verificate moltissime negli ultimi anni, con effetti negativi sulla quotazioni dei titoli (sia azionari che di reddito fisso) collegati al sistema bancario.
Per tale ragione, se si vuole investire in dollari, ritengo che la strategia migliore sia separare i rischi ed evitare i titoli bancari italiani. Meglio anche il classico treasury (titolo di stato) Usa che di fatto azzera il rischio emittente. Per chi volesse invece operare direttamente sul mercato valutario del Forex, l’importante è farlo con intermediari affidabili e con condizioni convenienti. Evitate quindi i vari broker forex esteri con sedi in paesi “molli” dal punto di vista dei controlli, come ad es. Cipro. Da un po’ di tempo consigliamo Etx Capital in quanto oltre che affidabile (quotato a Londra e autorizzato dalla FCA inglese, la più severa autorità di vigilanza europea) propone condizioni di spread favorevoli e stabili.