Il Quantitative Easing della BCE ha iniziato a spostare i capitali dal mercato azionario americano, che ha già corso molto, verso quelli europei. Conviene quindi ora aumentare il peso delle azioni dell’eurozona a discapito di quelle Usa?
Il fatto che la Bce acquisti anche titoli di Stato e che lo faccia a un ritmo di 60 miliardi al mese per almeno un anno e mezzo (e forse, ancora di più se la crisi non sarà finita) ha convinto molti analisti a puntare sulle Borse europee. Del resto da quando la Banca centrale Usa ha dato il via al suo quantitative easing, nell’autunno del 2008, iniziando a inondare i mercati di liquidità, la Borsa a stelle strisce ha iniziato una risalita che l’ha portata non solo a recuperare quanto perso in precedenza, ma addirittura a raggiungere nuovi massimi storici.
E Wall Street non è un caso isolato. Lo stesso dicasi di Tokio o Londra. Anche in quei casi, infatti, gli effetti sono stati gli stessi: cresce la liquidità, salgono le Borse.
I maxi acquisti della Bce dovrebbero poi sbloccare la liquidità, quindi in teoria dare più forza al sistema bancario europeo (e le relative azioni quotate in Borsa). Inoltre, per l’effetto virtuoso sui tassi, si dovrebbe ridurre il costo dell’indebitamento delle società europee. A questo si aggiunge l’effetto svalutazione sull’euro (oltre al beneficio del calo dei prezzi del petrolio). Ci sono una valanga di condizionali, ma il trend appare ora chiaro. Le Borse europee nel complesso ne beneficeranno, anche se rimangono le due grosse incognite politiche che possono cambiare la situazione: Grecia e Ucraina.
Anche per un portafoglio prudente può essere opportuno aumentare la quota di titoli in euro fino almeno al 5 %. Puoi farlo investendo nell’Etf Lyxor Ucits Eurostoxx 50 (Isin FR0007054358). Se non hai liquidità a disposizione, puoi otternerne vendendo parte di quanto investito negli Stati Uniti. Non è comunque un segnale di vendita su Wall Street. Le Borse americane rimangono positive, ma il loro trend sembra meno forte di quelle europee (si vedano i nuovi massimi sul Dax tedesco, mentre Wall Street fa fatica a superare i recenti record). La prospettiva che il dollaro diventi più forte col tempo potrebbe far calare gli utili delle società (si veda l’ultima trimestrale Microsoft) e pure il possibile rialzo dei tassi potrebbe frenare Wall Street.
Non disinvestire però tutto! La Borsa Usa potrebbe frenare e/o crescere meno di quelle europee, ma non ci sarà un crollo. Puoi ridurre la tua quota se sei investito tramite Etf, oppure mantenere quelle azioni che mantengono a tuo giudizio maggiore forza. Diversificare è insomma una strategia che può essere vincente soprattutto se il successo delle mosse della Bce dovesse essere scarso e ritardare. Ancor di più in una fase in cui si potrebbe innescare una sorta di guerra tra le valute nel tentativo di non sfavorire troppo le imprese domestiche.