Come si temeva le elezioni in Grecia hanno lasciato una situazione di stallo e di divisione che rende impossibile il formarsi di un nuovo Governo. E’ ormai probabile che si tornerà a votare a breve e con il rischio di ritrovarsi in una nuova situazione di impasse.
Si parla quindi sempre più insistentemente di un’uscita del paese dall’Euro con conseguente ritorno alla dracma. Gli economisti di Citigroup stimano dal 50 al 75% le probabilità di un’uscita di Atene dall’Eurozona e perfino ibookmakers inglesi non accettano più scommesse sul tema visto il fiume di puntate favorevoli al ritorno alla dracma.
Ma quali potrebbero essere le conseguenze di questa svolta in Europa?
Effetti uscita Grecia dall’Euro
E’ evidente che si possano fare solo delle ipotesi. I mercati finanziari del resto hanno già incorporato in parte questa ipotesi indebolendo l’euro. Azioni e titoli di Stato hanno subito un aumento della volatilità ma non si può dire che vi siano state ripercussioni evidenti e negative, tanto che l’ultima asta dei Bot di venerdì è andata meglio della precedente.
Gli effetti di un ritorno alla dracma potrebbero però generare un effetto domino su più livelli.
Grecia
L’uscita della Grecia dal sistema Euro anzitutto implicherebbe il fallimento del paese (questa volta dichiarato). Il debito pubblico e privato greco non sarebbe quindi soddisfatto salvo rinegoziazione. Inoltre il ritorno ad una moneta debole e quindi svalutata comporterebbe ovviamente un aumento dei prezzi con risalita di inflazione e tassi di interesse. I primi effetti li subirebbe quindi il popolo greco.
Il paese rischierebbe il caos visto che il passaggio da una moneta forte ad una debole sarà problematico. Già di per se infatti è un’operazione difficile che richiede tempi tecnici non brevi, è poi evidente che nessuno scambierà euro con dracme sapendo che la prima moneta si rafforzerà.
Creditori e obbligazionisti Grecia
Ma le ripercussioni colpirebbero ovviamente anche coloro che sono creditori dello Stato greco o di banche e aziende del paese. Le obbligazioni elleniche sono già state soggette ad una rinegoziazione pilotata che ha coinvolto anche migliaia di piccoli investitori italiani. Questi si ritrovano ora nei loro portafogli diversi titoli, alcuni del Fondo Europeo e altri dello Stato ellenico. In caso di ritorno alla dracma le nuove obbligazioni (solo quelle greche) non sarebbero rimborsate e sarebbero soggette ad una nuova rinegoziazione.
Le più colpite saranno comunque le banche europee che detengono titoli greci. Il pericolo maggiore però è un aumento della sfiducia nel sistema interbancario. Già oggi le banche faticano a finanziarsi tanto che l’euribor, il tasso a cui le banche europee si finanziano tra loro a breve termine, è ormai un tasso teorico. Da mesi è la BCE che si fa garante di finanziare le banche europee, la banca centrale europea dovrebbe quindi ulteriormente aumentare il suo supporto al sistema bancario.
Euro e debiti di Stato
Le conseguenze sull’euro si stanno già facendo sentire visto che la moneta europea è già ai minimi dell’anno nei confronti del dollaro, nonostante la moneta americana non brilli sui mercati valutari. Il trend all’indebolimento della moneta europea sarebbe destinato a continuare, alcuni osservatori ipotizzano perfino un ritorno alla parità con il dollaro (ipotesi che trovo personalmente molto estrema e inverosimile al momento visto che l’Europa mantiene una bilancia commerciale positiva a differenza degli USA).
I timori maggiori però riguardano i debiti sovrani. Il pericolo è un aumento della sfiducia verso il sistema europeo che spinga chi ha liquidità a rivolgersi a lidi sicuri come la Germania. Potrebbero acuirsi quindi le tensioni con un nuovo ampliamento degli spread tra i titoli tedeschi e quelli degli altri paesi europei, in particolare Spagna, Italia e Francia. Le tensioni sui debiti si potranno poi riflettere sulla fiducia dei cittadini peggiorando quindi la congiuntura economica.
D’altro canto l’uscita della Grecia dell’Euro potrebbe non essere così drammatica, anzi potrebbe rappresentare un elemento di chiarezza per i mercati che odiano le situazioni di incertezza. Certo, la situazione migliore è che si formi, ora o fra poco, una coalizione di governo in Grecia forte e decisa a mantenere gli impegni di risanamento presi. In ogni caso, come ho scritto più volte, indipendentemente dalla situazione politica, la Grecia avrà comunque bisogno di nuovi aiuti entro il 2013.
Se l’Europa saprà gestire questa situazione potrebbe uscirne pure rafforzata in quanto i mercati temono soprattutto l’incertezza. Il problema vero è che negli ultimi anni l’europa politica non ha dimostrato di avere idee chiare e visioni comuni, posticipando la soluzione dei suoi problemi e trascinando l’economia continentale in una nuova recessione.
Vista la situazione di incertezza rimangono validi i nostri consigli su come investire ora.