L’ultimo periodo è stato segnato da una notevole incertezza nel mercato obbligazionario, con l’attenzione fortemente concentrata sulle evoluzioni delle politiche monetarie delle principali banche centrali mondiali. Il tema dominante è stato il dibattito sul ribasso dei tassi di interesse: quando e di quanto si verificherà?
Per gli investitori questa situazione implica una riflessione cruciale: come posizionarsi in termini di duration, ovvero la sensibilità del portafoglio alle variazioni future dei tassi di interesse e quindi alla durata residua delle obbligazioni in portafoglio.
Nell’ultima parte del 2023, l’ipotesi di imminenti interventi sui tassi da parte di BCE e Fed aveva portato a un significativo rialzo dei prezzi delle obbligazioni a scadenza lunga e lunghissima. Ad esempio, l’obbligazione austriaca 0,85% 2120 era passata da 35 a quasi 50 euro, mentre il Treasury USA 1,25% 2050 era salito da 44 a 54 dollari. Ciò aveva generato la convinzione che puntare sulle duration elevate potesse garantire solo successi.
Tuttavia, il 2024 sta smontando tale ipotesi, con un progressivo calo delle quotazioni di queste obbligazioni a lunga scadenza. Sorge quindi un legittimo dubbio: su quale parte della curva dei rendimenti conviene esporsi? Se le obbligazioni a breve termine stanno al momento risultando vincenti, potrebbero non esserlo tra un anno, quando andranno in scadenza in un contesto presumibilmente diverso.
Le obbligazioni a lunga e lunghissima duration sono invece attualmente in perdita, ma quando e in che misura potrebbero invertire il trend? Sebbene non si ipotizzi un reale ritorno ai tassi più bassi del passato, gli analisti prevedono che nel giro di 12 mesi si possa tornare a una conformazione più normale delle curve dei rendimenti, con uno spread di circa 100 punti base tra scadenze a 1 anno e a 10 anni.
In questa fase, le duration medie sembrano perciò rappresentare un’alternativa interessante rispetto alla corsa ai rendimenti delle obbligazioni a breve termine. Per le duration lunghe, invece, permane ancora una certa prudenza, sebbene si riconoscano le potenzialità di questo segmento, nel caso in cui dovessero emergere notizie negative sul fronte economico.
In questo scenario, alcuni strumenti di iShares quotati su Borsa Italiana possono rivelarsi utili per monitorare le diverse porzioni della curva dei rendimenti obbligazionari: dagli iShares Euro Government Bond 1-3 years a quelli 15-30 years, passando per le fasce intermedie. I loro andamenti grafici riflettono fedelmente l’evoluzione in atto, semplificando le scelte future degli investitori.
Per capire meglio come si muovono le quotazioni dei bond in funzione dei tassi e le strategie da adottare, ti consiglio la lettura di Investire con le obbligazioni: Conoscere gli strumenti e valutare i rischi.