Il 2013 potrà essere un anno interessante per il mercato azionario italiano. E’ però indubbio che l’incognita politica peserà notevolmente, molto più della variabile economica.
Nel 2013 il Pil rimarrà stabile, o leggermente in calo, non ci sarà la ripresa prevista fino a qualche mese fa. Il dato è però già scontato dai mercati finanziari. Gli analisti si attendono comunque buone performance dalla Borsa Italiana tanto che la maggioranza (54%) prevede che salirà oltre il 10%, mentre il 44% stima una crescita tra il 5 e il 10%.
Quali sono i titoli azionari su cui puntare? L’immagine precedente indica i titoli preferiti dai gestori italiani. A guardar bene però non c’è molta fantasia da parte dei gestori, sembrano infatti semplicemente puntare sui titoli più rappresentativi di Piazza Affari.
Ci sono due macrocategorie che potranno far meglio del mercato:
- il settore finanziario
- le società con alta incidenza di esportazioni
Il settore finanziario
Banche e assicurazioni rappresentano una scommessa. Dal punto di vista operativo non ci si aspetta grandi risultati, tutte le banche stanno realizzando piani per la riduzione dei costi e del personale, gli effetti si faranno sentire fra qualche anno. Nel frattempo però i bilanci saranno appesantiti dalle sofferenze sui crediti, attualmente nascoste in bilancio tramite operazioni di sospensione o rinegoziazione.
I titoli bancari hanno guadagnato circa il 6% nel 2012, ma rimangono pesantemente in perdita: -54% a 3 anni. Il settore è quello che trarrà maggiori beneficio da un calo dello spread duraturo. In queste condizioni infatti le banche usufruiranno di rivalutazioni nei portafogli di titoli di Stato detenuti. Inoltre beneficeranno di un costo della raccolta inferiore.
In sostanza quindi il settore finanziario potrà dare buoni risultati più grazie a variabili esterne (di mercato) che interne (di andamento del settore creditizio). La variabile politica quindi peserà molto sulle possibilità di questi titoli.
Aziende esportatrici
In un ambito economico in cui la domanda interna è debole, sono da privilegiare quelle aziende vocate all’export, soprattutto internazionale. Sono società che spesso hanno già dato ottimi risultati nel 2012. Esempi sono quelle legate al lusso e al made in Italy (Tods, Luxottica …), quelle più industriali come Danieli, Tenaris, Brembo, Interpump, Diasorin, Pirelli o De Longhi. Anche per queste aziende la politica inciderà, ma meno rispetto alle altre.
Un terzo settore è quello energetico, ma in questo caso le variabili sono più complesse in quanto il loro andamento dipenderà molto dall’andamento del petrolio e del gas. Sul settore in particolare oggi è più che mai difficile fare previsioni. Da evitare invece i titoli legati al settore telecomunicazioni.
Il principale consiglio che ti do è “prudenza”. La crescita di fine e inizio anno ha messo in moto un ottimismo eccessivo, e in queste situazioni un dato negativo può provocare più danni del dovuto. Diversifica l’investimento eventualmente tramite ETF settoriali europei. L’Etf dovrebbe essere un investimento a medio-lungo periodo, ma in questo caso, se arrivano importanti notizie negative (economiche o politiche) stai pronto ad uscire. Eventualmente segui il blog iscrivendoti alla newsletter.