Come ben descritto nella guida Conto in Svizzera, qualora si passi fisicamente la frontiera occorre dichiarare somme superiori ai 10.000 euro in contanti, oro o altri valori. Non conta nulla il fatto che si possa dimostrarne la legittima provenienza o che non si vogliano compiere atti illeciti. Ricordo che la dichiarazione va fatta sia in entrata che in uscita dall’Italia.
Un recente fatto dimostra anche come sia opportuno attenersi alla Legge e non cercare di evitare di dichiarare con misure elusive, anche suddividendo le somme fra più persone. Non facendolo infatti si paga una sanzione pari al 20% dell’eccedenza (somma oltre i 10.000 euro), inoltre si viene automaticamente segnalati rischiando futuri controlli fiscali e di antiriciclaggio.
Il caso
L’accompagnatore di una comitiva di pellegrini doveva consegnare offerte per 200mila euro in un Paese arabo. All’atto della partenza dall’Italia, per evitare la dichiarazione doganale, che scatta sopra i 10mila euro, consegnava a ciascuno dei pellegrini una busta contenente 5mila euro. In occasione del controllo era irrogata la sanzione (articolo 3 del Dlgs. 195/2008), per l’omessa redazione della dichiarazione di esportazione di denaro contante per euro 200mila.
A fronte della sanzione i sanzionati sono ricorsi in Cassazione lamentando l’assenza della condotta sanzionabile, trattandosi di somme detenute da ciascuno inferiori a 10 mila euro. La Cassazione con l’ordinanza 1939 ha respinto il ricorso in quanto la violazione ha carattere oggettivo e si perfeziona con la sola omissione della dichiarazione doganale, richiedendo, solo un comportamento cosciente e volontario, anche se non preordinato a fini illeciti o non consapevole dell’illiceità del fatto.
Già la Corte d’appello aveva correttamente considerato l’ammissione dell’interessato di essere consapevole della movimentazione di euro 200mila e di aver ripartito la somma in importi sotto soglia per evitare la dichiarazione.
Il caso dimostra come spesso stupidamente per evitare una semplice dichiarazione, che non ha alcun risvolto fiscale o penale, si finisca nei guai e a pagare. Vale per la dichiarazione delle somme in contanti che si portano attraverso le dogane, ma anche per le mancate dichiarazioni fiscali dei capitali all’estero. In molti non compilano il modulo RW, comportamento oggi sempre più pericoloso perché con lo scambio di informazioni il fisco italiano conosce le posizioni all’estero dei residenti. E questo vale anche per i detentori di bitcoin e criptovalute in genere, visto che tutti i principali intermediari che operano in Europa oltre che registrarsi all’OAM devono comunicare le posizioni ai rispettivi stati di appartenenza dei clienti.
Dichiarare conti e investimenti all’estero è più semplice di quanto si creda, basta star attenti a alcuni dettagli spiegati nella guida Dichiarazione Fiscale conti esteri.