Le trimestrali delle principali banche italiane — da UniCredit a Intesa Sanpaolo, da Banco BPM a BPER — hanno messo in luce un dato tanto eclatante quanto strutturalmente fragile: utili miliardari, in molti casi ai massimi storici.
Solo nel terzo trimestre del 2025 UniCredit ha superato i 7 miliardi di utile netto, mentre Intesa si è attestata sopra i 6 miliardi nei primi nove mesi, confermando una redditività senza precedenti in epoca recente.
Il motore dei profitti: margine di interesse e liquidità inerte
L’impennata dei tassi ufficiali della BCE, mantenuti a lungo su livelli restrittivi, ha prodotto un effetto immediato sui conti economici bancari: il margine di interesse è esploso.
A differenza di quanto accaduto in altri Paesi europei, dove la concorrenza ha costretto gli istituti a riconoscere tassi più elevati anche sui depositi, in Italia la trasmissione è stata lenta e incompleta.
In parole povere, le banche hanno incassato di più sui prestiti e titoli di Stato in portafoglio, ma hanno continuato a remunerare i conti correnti quasi a zero, trattenendo una parte sostanziale del differenziale di tasso.
Secondo le ultime stime di Bankitalia, oltre 1.400 miliardi di euro giacciono su conti e depositi a vista. È il carburante perfetto per generare profitti — a costo quasi nullo.
Il ruolo (passivo) del risparmiatore italiano
In questo scenario, il risparmiatore medio continua a mostrare una passività disarmante.
Molti non cambiano conto, non confrontano offerte, si affidano ancora ai consigli “di casa” della propria filiale, spesso orientati più al collocamento di prodotti ad alta marginalità per la banca che alla reale tutela del capitale.
Il paradosso è evidente: mentre gli investitori più sofisticati si sono mossi verso conti deposito, titoli di Stato o certificati con protezione e rendimento reale, la maggioranza resta ferma su liquidità improduttiva.
Un comportamento che, di fatto, sovvenziona indirettamente i profitti bancari.
Il vantaggio competitivo (temporaneo) delle banche
Dal punto di vista tecnico, i bilanci bancari stanno beneficiando di una fase irripetibile:
- Margine di interesse record, grazie al differenziale tra tassi attivi e passivi;
- Rischio di credito contenuto, in un contesto macroeconomico più resiliente del previsto;
- Portafogli obbligazionari in ripresa, con rendimenti che compensano le minusvalenze latenti del 2022-2023.
Ma questa fase non durerà all’infinito. Con la progressiva discesa dei tassi e il ritorno della concorrenza sul funding retail, la compressione dei margini sarà inevitabile.
Conclusione: la banca vince se il cliente dorme
In sintesi, le banche italiane stanno vivendo una stagione d’oro grazie alla combinazione di tassi alti e depositi immobili.
Finché i risparmiatori continueranno a privilegiare la comodità alla consapevolezza finanziaria, il sistema bancario non avrà motivo di cambiare strategia.
Per chi investe con competenza, il messaggio è chiaro: ogni euro fermo su un conto corrente è un euro che lavora per qualcun altro. Se vuoi iniziare a capirne di più leggi Impara a Investire come i Guru.