Sempre più italiani si affidano a prodotti di banche o finanziarie estere. Inconsapevoli però a volte degli obblighi fiscali.
Il boom c’è stato negli anni passati con il Forex. Molti italiani aprivano account presso broker esteri, come etoro o icmarkets. Ma anche il diffusissimo Paypal è in sostanza un deposito all’estero avendo sede in Lussemburgo. Negli ultimi anni poi si sono aggiunti conti correnti e/o carte con funzioni particolari, quali N26, Bunq, Revolut. Per tutti questi è necessario, al superamento di determinate soglie (o anche senza soglie nel caso del Forex) effettuare dichiarazione sia dei capitali sia degli eventuali guadagni ottenuti. Per questo invitiamo sempre a informarsi prima sugli obblighi di dichiarazione del conto estero.
Banca N26 da poco a inviato una comunicazione ai clienti informandoli degli obblighi fiscali. Un’iniziativa lodevole, visto che come detto molti se ne dimenticano rischiando forti multe. Di seguito una lettera pubblicata sul Sole 24 Ore che chiarisce alcunti punti.
“Sono un cliente di Banca N26 dal dicembre 2017 quando ho aperto un conto con Iban tedesco (comincia con DE). Ho utilizzato il conto e la relativa carta di credito in Italia e all’estero con soddisfazione: danno un servizio preciso e veloce. Sono un privato, uso N26 per piccole/medi pagamenti (diciamo massimo 1000-1500 euro). Pochi giorni fa N26 mi ha scritto, inviandomi un messaggio all’interno della’App proprietaria, indicandomi mia giacenza media per gli anni 2018 e 2019 ed informandomi che, secondo la normativa italiana, se detta giacenza media è maggiore o uguale a 5000 euro bisogna compilare il riquadro RW della Dichiarazione Redditi e pagare l’Ivafe (nota: attenzione, in realtà bisogna dichiarare se la somma totale dei conti esteri supera questa soglia. N26 ovviamente segnala solo quanto di sua competenza).
Ho apprezzato questa loro segnalazione però, oltre ad essere contento di non aver mai raggiunto la predetta condizione, ho deciso di contattarli comunque in quanto mi sembra importante avere un loro documento ufficiale che certifichi predetta giacenza media annuale in quanto ritengo che, giustamente, l’Agenzia delle Entrate possa richiedere al contribuente intestatario di un conto corrente con iban DExxxx la compilazione del quadro suddetto qualora ne sussistano i presupposti. Avrei voluto un documento ufficiale e non la foto di un messaggino. La risposta di N26 è stata che «la banca non prevede altro modo di comunicare predetta informazione» ai clienti. Sono dispiaciuto per questo atteggiamento superficiale e non curante da una banca che finora mi ha dato solo delle soddisfazioni.
Mi sono chiaramente informato per sapere come trasformare il mio Iban da tedesco ad italiano visto che, ora, per i nuovi clienti italiani rilasciano conto con Iban nazionale (ITxxxx). L’unico modo per ottenerlo è chiudere il vecchio conto, attendere almeno un mese «in modo che il sistema dimentichi l’utente» (è stata la precisazione data) e poi riaprire nuovo conto e questa volta avrò Iban italiano. Ho pensato fosse giusto portarvi a conoscenza della cosa in quanto forse, nella mia condizione, ci sono altri clienti italiani e credo sarebbe giusto che la banca ci fornisse una certificazione annuale ufficiale della nostra giacenza media in modo da poter pienamente rispettare la normativa Italiana.
RISPONDE N26 BANK In linea generale NBank GmbH ha obblighi di reporting all’Agenzia delle Entrate solo per i clienti della succursale italiana. Tuttavia, anche se non siamo tenuti a farlo per legge, abbiamo deciso di inviare anche ai clienti con Iban tedesco (clienti della casa madre N Bank GmbH e non della succursale Italiana) le informazioni sulla giacenza media per supportarli negli adempimenti burocratici e fiscali, coerentemente con la nostra mission di rendere l’esperienza bancaria comoda, facile e veloce. Per completezza, anche riguardo ai clienti della Succursale Italiana, teniamo a specificare che:
- le disposizioni di legge in vigore non impongono in ogni caso alle banche una forma particolare per l’invio delle informazioni sulla giacenza media;
- abbiamo inviato i dettagli in merito alla giacenza media attraverso un messaggio nell’area privata dei clienti in modo da renderlo facilmente accessibile da parte dei nostri clienti;
- il messaggio è anche chiaramente identificabile come proveniente da N26 e facilmente scaricabile da parte dei clienti, motivo per cui non è necessaria ulteriore documentazione da parte della banca;
- riteniamo che la soluzione adottata sia idonea e anche in linea con quanto previsto da una recente decisione dell’Arbitro Bancario Finanziario presso la Banca d’Italia (Decisione n.6998/2016) secondo cui: «…l’Agenzia delle Entrate ha invitato le Banche a rendere disponibile anche alla clientela il dato della giacenza media, al fine di facilitare i soggetti interessati nella compilazione del predetto modello di Dsu. Fermo restando che ogni banca è libera di adottare le soluzioni considerate più adeguate alla propria operatività.