Recentemente l’India ha superato la Cina come paese più popoloso del mondo. Ma il sorpasso riguarda anche la crescita dell’economia, con l’India che corre mentre la Cina arranca, frenata anche dalle ingerenze della politica nell’economia. Non a caso per la prima volta la Cina ha avuto una crescita del Pil sotto le stime e soprattutto un export negativo. E non a caso le Borse cinesi sono da anni le peggiori, addirittura negative e molto sotto i massimi, mentre tutte le borse occidentali toccano i massimi storici.
Conviene quindi investire sulle azioni indiane, ovviamente meglio tramite un ETF? I dati sembrano dar un parere favorevole.
Il prossimo anno fiscale, la crescita del Prodotto interno lordo indiano probabilmente «toccherà» il 7 per cento. A lanciarsi nella previsione, è stato il governatore della Reserve Bank of India (Rbi) Shaktikanta Das nel corso di un evento organizzato a Davos dalla Confederation of Indian Industries, una delle due Confindustrie indiane.
Previsioni sull’economia indiana
L’anno fiscale indiano inizia il 1° aprile e, secondo la mediana delle previsioni di un panel di economisti interpellati dall’agenzia Bloomberg, il 2024-25 vedrà il Paese più popoloso della terra crescere “solo” del 6,3% rispetto all’anno precedente. Das si è anche detto convinto che l’economia indiana – che nell’anno fiscale che si concluderà il prossimo 31 marzo dovrebbe registrare una crescita del Pil del 7,3% – sia destinata a mantenersi a lungo su livelli elevati.
Secondo il banchiere centrale, il prossimo anno il tasso d’inflazione medio viaggerà intorno al 4,5%, un dato elevato per gli stardard occidentali, ma considerato normale in India. Su questo punto però Das ha voluto suonare una nota di prudenza, perché il dato sull’andamento della crescita dei prezzi sarà influenzato pesantemente dalla voce alimentare e shock non dissimili da quelli vissuti negli anni trascorsi dall’inizio della guerra in Ucraina potrebbero disancorare il dato reale dalle previsioni fatte a tavolino.
Negli ultimi giorni in India si è acceso un dibattito sulla definizione della ripresa economica post-pandemia attraversata dal Paese. Gli economisti più scettici circa la sostenibilità delle politiche economiche perseguite dal governo nazionalista hindu guidato da Narendra Modi hanno paventato il rischio di una ripresa a forma di lettera K, con una parte della popolazione, i ceti abbienti, sempre più favorita dalle condizioni di crescita del Paese e una parte più svantaggiata tagliata fuori, se non addirittura penalizzata, da un modello che sembra favorire la grande industria e le rendite da capitale.
I formidabili dati di crescita dei marchi automobilistici di lusso (+20% anno su anno, con Mercedes a +10%, Bmw a +18% e Audi a +89%) sono spesso portati a supporto di una tesi che trova un’ulteriore pezza d’appoggio nella relativa stagnazione del mercato delle due ruote. Gli osservatori più conservatori e vicini alla linea del governo tendono invece a dare meno peso alla nicchia delle auto tedesche di grande cilindrata per concentrarsi sull’andamento del mercato dei cosiddetti Fast moving consumer goods (Fmcg), un universo variegato che va dagli shampoo ai biscotti, dai cosmetici al te e sottolineare come negli ultimi due anni l’andamento del settore, considerato un termometro piuttosto fedele dello stato di salute economico degli strati meno abbienti della popolazione, sia stato positivo.