Il settore dell’energia è oggi di fondamentale importanza. In realtà lo è sempre stato ma da tempo ce ne eravamo dimenticati, almeno fino alla guerra in Ucraina che ha fatto schizzare il prezzo del gas alle stelle. Parallelo al tema delle fonti fossili, provenienti quasi sempre da paesi poco democratici, c’è quello dell’energia verde, un tema cavalcato anche dalla finanza ma spesso senza reali basi e soprattutto con troppa utopia sulle possibilità a breve termine.
E’ oggi chiaro che, almeno senza nucleare, paesi come Italia, Germania etc. non potranno far a meno delle fonti fossili (e quindi della dipendenza da stati autocratici) per tutto il secolo. Pensare che fotovoltaico, eolico etc. bastino e utopia e uno Stato chiaramente non può far una strategia sulle favole. Simili domande si trovano nel libro «Volt Rush» diHenry Sanderson, grande esperto di geopolitica delle risorse. Ora il suo libro esce anche in traduzione italiana, pubblicato da Post Editori, con il titolo «Il prezzo della sostenibilità»
Credo che il tema sia fondamentale anche per un investitore per non seguire le mode del momento. Sappiamo tutti come oggi i temi ambientali siano cavalcati dalle stesse aziende ma spesso non ci sia reale valore. Riporto quindi alcuni stralci presi dal Corriere dell’intervista all’autore, consigliando però la lettura del libro.
Intervista a Sanderson sulle fonti rinnovabili
Quindi, chi saranno inuovi sceicchi? «La Cina, al momento, è sicuramente il leader mondiale della transizione energetica. Malgrado continui a costruire centrali a carbone, la sua potenza rinnovabile è laprimaalmondo e conla sua filiera produttiva ha puntato tenacemente su questo settore, tanto che ormai è leader di mercato in quasi tutte le tecnologie rinnovabili, dal fotovoltaico alle batterie. Per non parlare dell’estrazione e della lavorazione dellematerie prime necessarie alla produzione di queste tecnologie, che èdominatadapochissimi Paesi, con la Cina sempre in testa».
Questa forte concentrazione nelle catene di approvvigionamento globali, però, è una sfida che i governi occidentali dovranno affrontare… «L’Occidente sta recuperando terreno, ma non sarà facile e ci vorrà tempo. C’è bisogno di investire in fretta in queste filiere, per emanciparsi dalla dipendenza dalla Cina. Come si è già visto, la concentrazione in qualsiasi punto lungo le catene di fornitura rende il percorso vulnerabile agli incidenti, siano essi legati a scelte politiche di un singolo Paese, a guasti tecnici o a decisioni aziendali. Il pianeta trarrebbe grande vantaggio da catene di approvvigionamento delle tecnologie pulite più diversificate».
Il caso della dipendenza dal gas russo insegna. «Esattamente. L’Europa si è gettata nelle braccia di un unico fornitoredi gas come una sonnambula e si è svegliata solo con l’invasione russa dell’Ucraina. Un altro effetto di questa aggressione è stato il riavvicinamento fra la Russia e la Cina, che rende l’Occidente ancora più vulnerabile. Da qui l’urgenza di emanciparsi da questa dipendenza ».
Come fare per recuperare il terreno perduto? «C’è bisogno di investire in maniera massiccia, come stanno cominciando a fare gli Stati Uniti con l’InflationReductionAct e già si vede una risposta anche dall’Europa. Questi investimenti, però, non serviranno a nulla se non si cambierà il sistema delle autorizzazioni, che in Occidente è troppo farraginoso ed è sintonizzato con il vecchio mondo dell’energia, non con il nuovo. In Cina le indicazioni del governo di fare spazio alle nuove tecnologie rinnovabili passano senza ostacoli e gli impianti si installano velocemente, mentre in Occidente le resistenze del vecchio mondo sono accanite e i tempi di realizzazione delle innovazioni sono lunghissimi».
Un altro problema delle democrazie è la mancanza di unità… «Infatti c’è bisogno di una risposta unitaria alla Cina da parte dell’Occidente, mentre già emergono incrinature in relazione a un possibile attacco cinese a Taiwan, come si è visto in occasione della visita del presidente francese Emmanuel Macron a Pechino. Su questo bisognerà stare attenti, perché la Cina è molto più integrata della Russia nell’economia globale. Mentre la crisi con la Russia ha impattato settori limitati, con effetti relativamente facili da aggirare, una crisi con la Cina rischia di bloccare completamente l’economia globale ».
Nel libro vengono chiariti molti aspetti sia dal punto di vista geopolitico, sia dal punto di vista ambientale e scientifico, facendo cogliere i trend principali e quali saranno i fattori di successo e quelli di moda effimera. Consiglio la lettura di Il prezzo della sostenibilità sia per i tuoi investimenti ma anche semplicemente per capirne di più su un tema fondamentale ma trattato con superficialità e ingenuità sui media tradizionali.