Il recente aumento dei tassi sul mercato pone questioni all’investitore. In particolare meglio star fermi o riposizionarsi? E come, sui titoli a due, cinque e dieci anni? O rischiare sui lunghi e lunghissimi come Btp 2072 per non parlare dei bond austriaci?
Attualmente già con i titoli a breve si rischia poco e si incassano rendimenti interessanti. Con i titoli lunghi oltre che rendimenti maggiori si può anche pensare di far un trading di medio periodo, diciamo circa un anno, sperando nell’inversione dei tassi che faccia crescere le quotazioni. Di contro si rischiano ancora discese di prezzo come quelle delle ultime settimane.
Il tasso Bce ha raggiunto il 4,50%. Quindici mesi fa, giugno 2022, era a zero. I tassi Fed sono al 5,50%, Londa al 5,25%. Quindi spazio per crescere in Europa ce ne è ancora anche se i più propendono per una pausa per questo fine 2023. Ma le tensioni geopolitiche possono riportare in alto i prezzi di materie prime, in particolare gas e petrolio, dando ulteriore fiato all’inflazione e quindi costringendo le Banche Centrali a ulteriori mosse.
Meno rischi negli Usa visto che l’incremento del costo della vita è ora poco sopra il 3%. Inoltre da loro la crescita dei prezzi aveva motivazioni prevalentemente di domanda interna. In Europa invece sono stati gli aumenti delle materie prime a scatenare il fenomeno. Gli analisti finanziari sono divisi tra chi ritiene che i livelli dei tassi raggiunti a settembre 2023 non saliranno ulteriormente e chi, viceversa, pensa che spazi di ulteriori incrementi ve ne siano. Nonostante i segnali dell’economia nell’Eurozona siano di rallentamento.
Nella nostra strategia dividiamo i titoli di stato su 3 scadenze: due, cinque e dieci anni di durata. Solo per chi è propenso al rischio si può puntare ai quindici o i vent’anni.
Sui 2 anni si incassano buone cedole con pochi rischi, anche in caso di liquidazione prima della scadenza. Sui 5 anni si possono cogliere anche variazioni nei prezzi, ovviamente anche in negativo. La durata permette poi di cogliere appieno il periodo dei tassi alti garantendosi un buon rendimento per un periodo discreto. Sui 10 anni si entra in territorio di maggior rischio e opportunità. Nel breve si potrebbero subire perdite, ma non si può non pensare che si potrà raccogliere il frutto della svolta nei tassi. E’ evidente infatti che quando i tassi invertiranno la marcia, a beneficiarne saranno soprattutto le emissioni con scadenza più lontana. Per questa ragione ora è utile mettere una quota del proprio portafoglio finanziario in obbligazioni anche su questa scadenza.