Come ogni inizio anno sui giornali appaiono le previsioni su come e dove investire nel nuovo anno. Si tratta spesso più di un gioco, perché come sempre le previsioni vanno prese come tali e soprattutto perché oggi previsioni ad un anno non possono considerarsi troppo attendibili. Ricordo per esempio come un anno fa Mobius consigliasse il mercato russo. Qualche giornale pubblicando ora gli errori degli esperti ha riportato anche tale affermazione alla luce del fatto che la Borsa russa ha perso il 40%. Ma è evidente a chi segue i mercati che le parole di Mobius avevano senso a gennaio, ma già non lo avevano dopo pochi mesi. Non si tratta quindi di una previsione sbagliata, semmai non aggiornata. Lo stesso Mobius infatti nel corso dell’anno ha ovviamente cambiato idea alla luce degli eventi. Ma ai giornali ovviamente piace fare i titoloni ogni anno sulle previsioni per poi trovare a fine anno gli errori, senza verificare se nel corso dell’anno siano cambiate le condizioni.
Le attese per il 2015 vanno quindi prese con le pinze, ricordando che si tratta più di un gioco di inizio anno in quanto questo è un periodo che ha ovviamente un effetto psicologico particolare. Premesso questo vediamo quindi dove investire nel 2015 alla luce dell’attuale situazione.
Il quadro dei mercati a inizio 2015
Anche quest’anno le incertezze ed i rischi non mancano, ma forse più che in anni passati ci sono opportunità. Come non mai gli analisti concordano che sarà l’anno delle azioni, a scapito delle obbligazioni e in generale del reddito fisso. Il motivo è semplice: grazie o per colpa delle politiche monetarie delle banche centrali, i rendimenti delle obbligazioni sono al minimo storico. I prezzi sono altissimi, tanto che persino i bot italiani rendono meno di zero, il Btp decennale rende meno dell’analogo titolo americano nonostante sia evidente come sia più sicuro quest’ultimo. Un controsenso quindi finanziario dovuto alla “droga” monetaria.
E come ogni droga, può avere un effetto benefico iniziale ma conseguenze devastanti nel medio termine. Il maggiore rischio sui mercati rimane infatti l’Europa e la politica della Bce. Si farà il quantitative easing europeo? Quando e quanto consistente? E soprattutto: questo riuscirà ad avere effetti positivi sull’economia? E’ indubbio che tutte queste domande hanno mosso i mercati finanziari negli ultimi mesi. Basta vedere l’alta volatilità della prima settimana di gennaio: crollo, poi recupero grazie alle parole di Draghi, poi ancora crollo sui timori che il QE sarà rimandato o sarà poco incisivo. Insomma sui mercati c’è un forte nervosismo, e questo non è mai buono per l’investitore con ottica di medio periodo.
In effetti la situazione è molto incerta. Siamo ad un punto di svolta: i mercati potrebbero iniziare un formidabile percorso di crescita, ma potrebbero anche stornare i recuperi dai minimi. Incertezza che cresce soprattutto per la politica europea, politica povera di interventi efficaci a sostegno dell’economia e con il forte rischio di riportare i partiti della spesa facile nei governi dei paesi in crisi. Il primo pensiero è alla Grecia le cui elezioni anticipate si terranno a fine mese. Difficile ora fare previsioni, anche perché qualunque sia l’esito occorrerà vedere quale sarà l’accordo con l’Europa che sicuramente non concederà molto al paese ellenico. Del resto la Grecia ha poco da trattare e quasi solo da perdere: l’uscita dell’euro e lo stop agli aiuti non gli conviene per nulla. Ma si sa, la politica sa essere suicida spesso!
Detto dei rischi, vediamo alle opportunità. Fine 2014 ha regalato due buone notizie all’Europa, che si sono pure rafforzate in questo inizio 2015. Parlo della svalutazione dell’euro, in particolare ma non solo nei confronti del dollaro, e del crollo del petrolio. Non vi è dubbio che questo favorirà le imprese europee che avranno minori costi energetici e più facilità nell’esportare. Alcune stime parlano persino di oltre +1% di pil solo se i livelli attuali resteranno confermati nell’anno.
Azioni e/o obbligazioni migliori per il 2015
Fatto un po’ il quadro della situazione, vediamo quindi le indicazioni operative. E’ evidente come sia un anno in cui occorrerà prendersi qualche rischio in più. In particolare più azioni che obbligazioni. Quest’ultime infatti ormai non danno alcun rendimento, hanno prezzi altissimi con il rischio che ricadute politiche riportino gli spread a valori più logici visto il rischio paese di Italia, Spagna etc. Per chi vuole rimanere sul reddito fisso quindi meglio optare per qualche alternativa più rischiosa come i subordinati bancari o i bond in valuta estera. In generale consiglio di attendere che la situazione in Grecia si sia un po’ chiarita prima di investirci.
Anche per le azioni, salvo per chi vuole speculare, consiglio un po’ di attesa. L’incredibile altalena di questi giorni dimostra come i mercati possano andare con forza in ogni direzione. Se non sei un trader che punta al guadagno di breve quindi meglio attendere che un trend si sia definito.
Se la situazione politica non diventerà troppo instabile, i mercati azionari europei, ed in particolare quello italiano e spagnolo, potranno regalare soddisfazioni alla luce dei bassi tassi di interesse (e quindi mancanza di alternative di investimento) da una parte, e dall’effetto euro più petrolio dall’altro.
Rimango positivo anche sull’America, mercato ai massimo storici ma con fondamentali e crescita molto buona. Il trend è ancora rialzista, e fino a che non ci saranno chiari messaggi contrari, non è opportuno uscirne.
Diverso e più articolato il discorso sui paesi emergenti. Rispetto al passato non si può più trattarli uniformemente investendo su un bel fondo sui Bric. Oggi serve fare distinzioni. La Cina è in rallentamento ma appare in grado di gestire la situazione. L’India ha imboccato una strada di crescita. Ok quindi per questi due mercati. Un no sul Brasile che attende importanti riforme. Mentre la Russia è un terno al lotto: dopo il crollo del 2014 potrebbe dare soddisfazioni, ma meglio attendere e investirci solo se si è veramente disposti a sopportare l’altissimo rischio.