Si è chiuso con successo l’aumento di capitale di UniCredit che ha registrato oltre il 99,8% delle adesioni pari a 7,48 miliardi di euro.
Le adesioni sono state trasversali, dal mercato dei piccoli risparmiatori agli investitori istituzionali. Non è mancato poi il sostegno dei soci stabili (che comunque hanno ridotto la loro quota, in particolare le Fondazioni) mentre risultano in crescita gli imprenditori privati con diversi noti imprenditori che si sono portati a casa quote rilevanti.
Oltre all’alta adesione, oltre alle più ottimistiche previsioni, si riscontra poi il dato favorevole delle quotazioni: dal minimo del 9 gennaio, primo giorno di stacco dei diritti, le azioni hanno guadagnato il 60%. Aumento che si riduce all’11,4% se si prende in considerazione il giorno dell’annuncio dell’aumento; dato che comunque rappresenta un’eccezione se si guarda l’andamento delle quotazioni degli altri titoli bancari sotto aumento di capitale (Bpm era scesa del 47% e Intesa Sanpaolo del 6,6%).
Non c’è dubbio però che rispetto a queste operazioni, in particolare l’aumento di Bpm, la banca di Piazzale Cordusio ha goduto di un periodo favorevole dei mercati finanziari, periodo in cui si sono allentate le tensioni sugli spread e la Borsa è tornata con decisione a salire. In particolare le banche, che hanno goduto di nuovi finanziamenti agevolati da parte della BCE (tasso 1% a 3 anni), finanziamenti utilizzati per acquistare titoli sul mercato con rendimenti superiori e fare facili utili con il trading finanziario.