Nuove tasse sul risparmio degli italiani. E questa volta ad essere colpita è la previdenza, considerata fino a ieri un tassello fondamentale da tutelare. Fondi pensione e Pip erano infatti passati indenni dai vari aumenti delle ritenute fiscali sulle cosiddette rendite finanziarie, così come dall’imposta di bollo sul patrimonio finanziario. La linea guida infatti era sempre stata la tutela del risparmio a lungo termine, soprattutto considerando che le pensioni con il sistema contributivo saranno ridotte, molto più di quanto ancora gli italiani si siano resi conto.
Ora la nuova legge di Stabilità, ancora in discussione, mina le basi di questo rapporto fiduciario fra chi investe a lungo in un fondo pensione e lo Stato, aumentando la tassazione degli strumenti di previdenza complementare.
Cosa cambia per i fondi pensione
I rendimenti realizzati dai fondi pensione erano tassati fino ad ieri ad un aliquota del 11 %, recentemente aumentata all’11,5% (temporaneamente si diceva, per coprire la spesa degli 80 euro). Con la nuova legge l’aliquota salirà fino al 20%. A peggiorare le cose la legge è pure retroattiva e vale già per il 2014.
Si tratta quindi di una palese ed ennesima violazione dei diritti dei risparmiatori che mina la fiducia che gli investitori possono ora avere nella previdenza complementare. Questa è infatti per sua natura un investimento di lungo periodo, ma ora come pensare che le regole non cambino ancora prima della pensione?
La violazione dei diritti poi è palese. Primo perché si cambiano le regole senza concedere alcuna possibilità di recedere. Per esempio se una banca cambia le condizioni contrattuali unilateralmente, la legge prevede che si possa recedere alle precedenti condizioni. Qui lo Stato invece cambia a suo piacimento non permettendo all’investitore di recedere, come sarebbe ovvio essendo cambiata la situazione per cui ha effettuato l’investimento. Non solo! Questo cambiamento è persino retroattivo ed ancora una volta si viola il patto del contribuente, una norma basilare in diversi Stati che impone che le leggi di natura fiscale non possano essere retroattive.
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Tasse sul TFR
Ed in questo assurdo, non si salva neppure chi lascerà il Tfr in azienda: anche in questo caso il governo alzerà le tasse. La sua rivalutazione annuale sarà infatti tassata ora al 17% contro l’11 % attuale. A proposito di TFR, che tu l’abbia già trasferito ad un fondo pensione o no, il consiglio è di non chiederne l’anticipo in busta paga previsto sempre dalla legge di Stabilità. L’eventuale anticipo infatti viene tassato in base agli scaglioni Irpef e a meno di redditi molto bassi, non conviene mai. Solo basandosi sugli scaglioni standard, il vantaggio viene già meno con redditi lordi di 15.000 euro. Ma a causa delle addizionali regionali e comunali, questa soglia si riduce ancora. Inoltre con il TFR in busta paga, anche se non è considerato ai fini dei famosi 80 euro, si possono perdere i diritti ad assegni familiari o altre esenzioni.
Come detto la legge di Stabilità è ancora in discussione. Ci sono ipotesi di modifiche, soprattutto in merito al fondo pensione. Ma anche quelle che circolano non sono comunque positive, si tratterebbe infatti di non aumentare la tassazione sui rendimenti annuali, ma in compenso aumentare l’imposta su capitale e rendite percepite al pensionamento.