Morgan Housel è diventato una delle voci più autorevoli nel campo della finanza personale con il suo bestseller The Psychology of Money In (lo trovi in italiano La psicologia dei soldi) un libro che ha conquistato milioni di lettori grazie a un approccio inedito: meno formule e tabelle, più storie ed esempi di vita. Ora, con il nuovo libro The Art of Spending, Housel sposta l’attenzione dal risparmio e dagli investimenti al modo in cui usiamo il denaro ogni giorno.
Spendere è un’arte, non una scienza
Il punto di partenza del libro è semplice e radicale: non esiste una formula universale per spendere bene i propri soldi. Quello che rende felice una persona può risultare superfluo o inutile per un’altra. Secondo Housel, pensare che esista un modello valido per tutti è un’ingenuità: “Le nostre esperienze di vita ci plasmano e determinano ciò che consideriamo degno di spesa”.
Questa prospettiva porta a una conseguenza importante: smettere di copiare gli altri. I soldi spesi da un amico o un vicino potrebbero soddisfare i suoi bisogni profondi, ma non i nostri. La vera sfida è capire che cosa ci porta felicità in prima persona.
Il denaro amplifica ciò che già siamo
Un altro punto centrale è che il denaro, di per sé, non cambia la qualità della vita. Se una persona è già soddisfatta, ha legami affettivi solidi e buona salute, più denaro può diventare “carburante” per rafforzare quelle stesse fonti di benessere. Al contrario, se mancano le basi – una relazione sana, un lavoro dignitoso, un equilibrio personale – l’aumento di reddito difficilmente porterà più felicità.
Housel invita quindi a guardare oltre l’illusione che l’acquisto di una casa più grande o di un’auto più lussuosa possa cambiare in profondità la nostra condizione. La realtà è che, spesso, ciò che conta davvero non ha prezzo.
L’illusione dell’applauso
Un passaggio interessante del libro riguarda il rapporto tra denaro e riconoscimento sociale. Citando un filosofo olandese, Housel sottolinea come “l’appetito per l’applauso sia tra i tratti più bassi dell’essere umano”. Spendere per impressionare gli altri è, in fondo, un’illusione: nessuno ci osserva con l’attenzione che immaginiamo. Al massimo, chi guarda la nostra auto o i nostri abiti sogna di averli per sé, senza darci alcun merito.
Capire questo meccanismo libera da un grande peso: quello di dover dimostrare qualcosa agli altri attraverso gli oggetti che possediamo.
Minimizziamo i rimpianti futuri
Il consiglio più pratico che emerge dal libro è quello di usare il denaro come strumento per ridurre i rimpianti futuri. Housel cita uno studio condotto su oltre mille anziani americani, dai quali è emerso un messaggio chiaro: nessuno, guardandosi indietro, ha rimpianto di non aver guadagnato di più; quasi tutti hanno rimpianto di non aver passato più tempo con la famiglia, con gli amici o di non essersi presi cura della propria salute.
Spendere in modo intelligente significa allora investire in ciò che ci darà soddisfazione anche a distanza di decenni: relazioni, benessere fisico, esperienze che contano.
Dai libri alla vita quotidiana
Lo stesso Housel racconta che, dopo il successo de La psicologia dei soldi, le sue spese sono aumentate, ma non la sua felicità. “Viviamo in una casa diversa, ma mia moglie e mia figlia non mi amano di più o di meno. La mia salute è la stessa. Quello che fa davvero la differenza non è cambiato.”
È questa coerenza tra teoria e vita personale che rende i suoi libri così convincenti: non manuali di ricette infallibili, ma riflessioni su come il denaro si intrecci con la nostra psicologia, con i ricordi, con le aspettative.
The Art of Spending non insegna a spendere “bene” in senso assoluto. Piuttosto, spinge il lettore a chiedersi: quali sono le cose che, per me, hanno davvero valore? E come posso usare i soldi per rafforzare quelle, invece che inseguire illusioni?
Ti ricordo che anche nel libro Impara a Investire come i Guru vengono riassunti i principi base del libro la Psicologia dei soldi, insieme a tanti altri libri classidi della finanza e del risparmio.