I pilastri su cui si basa il processo di asset allocation sono fondamentalmente tre:
1) La diversificazione internazionale, che in un contesto di accresciuta incertezza politica ed economica tende a costituire uno dei pochi «pasti gratis» a disposizione degli investitori.
2) Approccio di tipo top down macro. In un contesto internazionale caratterizzato da velocità di crescita economica estremamente sperequate tra le varie regioni geografiche, pensiamo che i Paesi a più alta crescita tenderanno a garantire tassi di interesse più appetibili, e pertanto ad attrarre capitali esteri, generando opportunità di investimento.
Utilizziamo pertanto un modello di selezione geografica di tipo Gdpweigthed, (che tende a pesare maggiormente i mercati finanziari di quelle economie con, in media, tassi di crescita più elevati). È un «modello di investimento» di cui è possibile verificare come risulti «strategicamente vincente» sia a livello di mercato azionario, sia obbligazionario e che dovrebbe favorire anche il mantenimento di quotazioni sostenute in ambito valutario, secondo la logica sottostante alla parità coperta dei tassi di interesse. Il mercato azionario tende infatti a prevedere l’andamento dell’economia reale con qualche trimestre in anticipo, un fatto empirico comunque a molte aree e Paesi.
Questo fatto statistico suggerisce che le aree a più alte aspettative di crescita dovrebbero generare rendimenti azionari maggiori, agevolare flussi di capitale in entrata (con connesso apprezzamento valutario), e beneficiare di una riduzione del premio al rischio Paese a livello di mercato obbligazionario. Essendo uno dei driver fondamentali di crescita quello relativo alla produttività del lavoro, questo genere di relazioni concorre a spiegare, a titolo di esempio, la relativa stagnazione del mercato azionario italiano (più di quanto non sia avvenuto in altre economie occidentali), negli ultimi 10-15 anni, rispetto ad esempio di quello della regione Asean (l’associazione delle nazioni dell’Asia Sud-Orientale, un’organizzazione politica, economica e culturale di nazioni situate nel Sud-est asiatico).
3) Approccio di investimento di medio lungo periodo. Nel nostro scenariomacroeconomico centrale, continuiamo ad aspettarci un contenimento del rischio sistemico, una moderazione nel tasso di crescita dell’economia internazionale, una traiettoria di recupero relativamente anemica per gli Usa, una blanda recessione per l’area dell’euro, un atterraggio morbido dell’attività economica in Cina. Il quadro atteso descritto per sommi capi dovrebbe continuare a supportare l’attuale impianto dei portafogli, che resta caratterizzato da un’impostazione tendenzialmente pro-ciclica.
Come investire – asset allocation del tuo portafoglio finanziario
Alla luce del nostro modello di asset allocation, le indicazioni operative di portafoglio possono essere articolate, con un’ottica di investimento strategica:
a) Mercato obbligazionario: pensiamo che la politica di tassi reali negativi di Bce e Fed, e la riduzione delle pressioni sui prezzi al consumo manterrà in essere, nel medio termine (2014) un ambiente tendenzialmente favorevole ai bond. Tassi a lungo termine ancorati verso il basso dovrebbero sostenere, a parità di condizioni, le corporate non finanziarie, soprattutto negli Usa; gli indicizzati «globali» all’inflazione; il debito emergente a valuta forte;
b) Mercato azionario: manteniamo una view costruttiva sull’asset class in questione, in un orizzonte temporale di 12-18 mesi, con una preferenza per i mercati emergenti. A livello di idee speculative, in un contesto che si mantiene ancora di elevata incertezza, riteniamo interessante il tema delle «società ad alto dividendo».
A livello geografico, la situazione macroeconomica e di politica monetaria della regione Asean, il ruolo relativamente di nicchia di questi mercati azionari, e il potenziale di decoupling dalla recessione in atto a livello di area dell’euro, continua amantenere interessante il mercato azionario di quest’area del mondo. In assenza di nuovi shock negativi, i mercati azionari emergenti, grazie al rientro del tasso di inflazione in Cina, e la ri-accelerazione dell’attività economica in Usa, potrebbero ricominciare a sovraperformare i mercati maturi, su base storica, specie per l’area Asia. Le particolarità connesse al deleveraging pluriennale del sistema bancario, nell’attuale fase di recupero post recessione 2007/2009, inducono peraltro a mantenere un atteggiamento «relativamente cauto», in tal senso;
c) riteniamo infine ancora «vantaggiosa» la diversificazione valutaria, in un contesto in cui il deprezzamento del tasso di cambio effettivo dell’euro costituisce uno dei pochi strumenti automatici a disposizione dei policy maker, per conseguire un ripristino della competitività sui mercati internazionali per la regione nel suo complesso.