L’oro continua a brillare. Dopo aver superato quota 4.000 dollari l’oncia, il metallo prezioso sembra non conoscere limiti: Goldman Sachs lo vede addirittura a 4.900 dollari entro fine anno. Ma la domanda che molti risparmiatori si pongono è inevitabile: conviene ancora investire adesso?
La risposta, per diversi consulenti finanziari indipendenti, è no — o quantomeno “non ancora”.
Livelli eccessivi e prese di profitto
Ida Pagnottella, consulente finanziaria che nel 2019 aveva puntato con decisione sui metalli preziosi, ha recentemente ridotto drasticamente l’esposizione dei suoi clienti.
«Fino a pochi giorni fa il 50% dei portafogli era concentrato su oro, argento e titoli auriferi», spiega. «Ora siamo scesi al 15% e abbiamo deciso di restare molto liquidi, con solo qualche posizione tattica sul palladio».
Anche Fabrizio Taccuso, consulente finanziario indipendente, invita alla prudenza: «L’oro è sempre presente nei portafogli dei miei clienti, ma con un peso del 5-8%. A chi oggi non ne possiede, consiglio di aspettare un ritracciamento almeno fino a 3.800 dollari l’oncia per entrare, e sempre in modo graduale».
Per Taccuso, inoltre, «il modo migliore per esporsi resta l’utilizzo degli ETC, strumenti efficienti e facilmente accessibili anche per i piccoli risparmiatori».
Il segnale dei mercati: sfiducia nell’ordine monetario
Ma cosa ci sta realmente dicendo questo rally?
Secondo Ajay Rajadhyaksha, strategist di Barclays, l’impennata del metallo giallo — +60% negli ultimi dodici mesi — è un segnale di inquietudine crescente dei mercati nei confronti dell’attuale ordine fiscale e monetario globale.
«Storicamente l’oro si muove bene quando le cose vanno male», spiega Rajadhyaksha. «È un indicatore di sfiducia che i policymaker dovrebbero tenere in seria considerazione».
Eppure, paradossalmente, non ci sono segnali immediati di stress economico: l’inflazione è sotto controllo e la crescita, seppur debole, prosegue. Tuttavia, i tradizionali beni rifugio come yen giapponese e franco svizzero hanno perso parte del loro ruolo, spingendo gli investitori verso l’oro (e, in misura crescente, anche verso bitcoin e argento).
Dietro questa corsa, osservano gli analisti, si nasconde anche la paura di un futuro caratterizzato da debiti pubblici crescenti e valute progressivamente svalutate.
La politica pesa: timori per la Fed
C’è poi un fattore politico.
«I mercati temono che Trump, in caso di ritorno alla Casa Bianca, possa mettere le mani sulla Federal Reserve», avverte Pagnottella. «La perdita di indipendenza della banca centrale americana è uno dei motivi per cui molti investitori stanno cercando rifugio nell’oro».
Anche Taccuso concorda: «Trump, con i suoi continui annunci e interferenze, rischia di perdere credibilità agli occhi dei mercati. E questo contribuisce ad alimentare la domanda di asset difensivi».
Argento superstar (ma con dinamiche diverse)
Non solo oro. Anche l’argento vive un momento di gloria, spinto sia dal traino del metallo giallo sia dalla sua crescente importanza nel comparto industriale — in particolare per la transizione energetica e i pannelli solari.
«Ha raggiunto quota 51 dollari l’oncia, il suo massimo storico», ricorda Pagnottella. «Ma le sue dinamiche sono diverse: l’argento è insieme bene rifugio e materia prima industriale».
Il rally di oro e argento riflette un mix di fattori: tensioni geopolitiche latenti, incertezza politica negli Stati Uniti, timori per l’indebitamento globale e perdita di fiducia nelle valute tradizionali.
Tuttavia, dopo una corsa così vertiginosa, gli esperti invitano alla cautela: meglio attendere un fisiologico ritracciamento prima di aumentare le posizioni. L’oro, come sempre, resta un’assicurazione di lungo periodo contro l’instabilità, ma — ricordano i consulenti — «anche le assicurazioni vanno comprate al prezzo giusto».
Ti segnalo infine che è stata aggiornata la guida Tassazione dell’oro fisico che include ora anche un capitolo dedicato all’argento e ai diamanti.