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Tassazione P2P lending – la guida completa

Posted on 01/09/201931/08/2019 by Luca

tassazione p2p lendingDopo i precedenti articoli sul cosiddetto social lending, in molti ci avete richiesto informazioni sulla tassazione del P2P lending. Abbiamo letto e trovato una guida completa sull’argomento.

Già da tempo i tassi di interesse dei tradizionali strumenti di risparmio degli italiani (Bot, Btp, obbligazioni bancarie, conti deposito) sono ai minimi. Al netto delle tasse si porta a casa ben poco. Ora poi l’ennesimo rallentamento dell’economia europea ha riportato in auge gli interventi della BCE, tradotto significa che vedremo ancora tassi bassi a lungo. E nemmeno la Borsa, che ha corso molto negli ultimi anni, appare un porto sicuro tra guerra dei dazi, rischio recessione e crisi politiche.

Per questo sempre più investitori si rivolgono a nuove e  alternative forme di investimento come il P2P Lending. Un fenomeno che dopo qualche anno di lenta crescita, ora sembra in pieno boom anche grazie a diversi chiarimenti e agevolazioni normative.

Il problema della dichiarazione fiscale

Uno dei temi che ha sempre bloccato diversi risparmiatori è infatti la normativa, specie quella fiscale. Ora invece è stato chiarito  quale tassazione vada applicata ai proventi da piattaforme di social lending italiano. Permangono però parecchi dubbi.

Le piattaforme P2P estere

Il più importante è sicuramente in merito alla tassazione dei guadagni su piattaforme estere. Un problema non da poco, perché la maggioranza degli investitori si sta rivolgendo a queste in quanto non solo offrono rendimenti ben maggiori (oltre il 10% di tasso di interesse), ma appaiono sicuramente più all’avanguardia. Offrono molti più finanziamenti in cui investire e consentono di farlo con controparti di paesi diversi, diversificando meglio il rischio e soprattutto evitando di concentrare tutto sul rischio Italia (un modo quindi per difendersi da patrimoniali e crisi finanziarie che colpiscano il nostro paese).

Ci si chiede quindi se anche per le piattaforme estere vada applicata la stessa normativa dei P2P italiani e nel caso come si debba dichiarare. Permangono poi diversi dubbi quali: come gestire gli eventuali guadagni in valuta o le perdite sui crediti? Quando occorre dichiarare gli interessi percepiti?

Ma il dubbio più grande riguarda sicuramente il riquadro RW, utilizzato sia per il monitoraggio fiscale che per il calcolo dell’Ivafe, la tassa sulle attività finanziarie all’estero. Senza considerare che occorre distinguere tra i prestiti concessi e il conto d’appoggio.

Il tema fiscale è molto ampio e complesso. Per maggiori informazioni ti rimando quindi alla guida relativa che dedica parecchie pagine alla tassazione del P2P Lending

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  1. Dove investire ora con tassi ai minimi e rischio azioni?

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