Si avvicina il tempo della dichiarazione fiscale. Quest’anno sono diverse le novità per chi presenta capitali o conti all’estero, un tema che riguarda molte più persone di quanto si pensi. Non sono infatti solo coloro che hanno aperto coscientemente un conto corrente in Svizzera, Malta, Austria o altro paese straniero.
Ma anche:
- chi ha un account Paypal o di qualche altro borsellino elettronico (money bookers, payoneer, skrills) che hanno sede all’estero (per cui i tuoi soldi sono fisicamente all’estero)
- chi opera con un Forex Brokers straniero (es. eToro, Markets, FXCM, FXGM, InstaForex, Saxo Bank, ActivTrades, AvaFx, iForex, Oanda, IgMarkets, Forex Yard, Alpari etc.)
Come fare la dichiarazione fiscale
Per chi si trova in tale situazione, sono tre le cose da dichiarare:
- capitali all’estero
- redditi da capitale (interessi e dividendi)
- redditi diversi (guadagni da trading, quindi le plusvalenze o i capital gains che dir si voglia)
Per i capitali all’estero quest’anno ci sono diverse novità. E’ infatti venuto meno il limite dei 10.000 euro sotto il quale si era esentati dalla dichiarazione fiscale. Da quest’anno (in cui si dichiarano i redditi 2013) occorre dichiarare anche un solo euro depositato all’estero (rimane il limite solo per i conti correnti puri sempre che non si sia mai superata la soglia nel corso dell’anno e che la giacenza media non faccia scattare l’Ivafe).
I saldi all’estero si dichiarano compilando il riquadro RW del modulo Unico 2014. Ogni conto o attività finanziaria all’estero deve essere riportata. Tramite l’RW da quest’anno si calcola anche quanto dovuto per l’Ivafe, praticamente il bollo sulle attività finanziarie all’estero, del tutto analogo all’imposta di bollo che colpisce i conti correnti e gli investimenti presso una banca italiana.
Dichiarazione dei redditi
Dai capitali all’estero possono derivare dei redditi, questi saranno dichiarati:
- nel quadro RM se trattasi di redditi da capitale (interessi su conto corrente, interessi da obbligazioni, dividendi azionari)
- nel quadro RT se sono plusvalenze o minusvalenze da trading. E’ importante dichiarare anche le eventuali minusvalenze se si vuole avere la possibilità di recuperarle in futuro, altrimenti saranno perse per sempre.
Il quadro RT deve essere compilato anche da chi opera, per forza o per scelta, con il regime dichiarativo (di solito nelle banche italiane si opta di default per il regime amministrativo in cui si delega all’intermediario tutte le incombenze fiscali. Tale regime amministrativo, seppure più comodo, presenta comunque degli svantaggi, per esempio si pagano prima le imposte e non è possibile avere piena libertà di compensare perdite e guadagni).
Questo in sintesi quello che devi fare per essere in regola con il Fisco. Vista la complessità ti consigliamo di rivolgerti ad un professionista o di seguire le istruzioni di questa guida.